DTT. Consultazione pubblica su Fase 2 post-Mux 12: Agcom chiede se si preferiscono poche nuove grandi reti o tante reti pluriprovinciali

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Dopo la pubblicazione della delibera 170/25/CONS, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni apre il confronto con gli stakeholder sulla Fase 2 post-Mux 12 per l’utilizzo delle frequenze UHF liberate dalla Rete nazionale 12 espunta dal Piano delle frequenze DTT.
Entro il 20/09/2025, emittenti, operatori e soggetti portatori di interessi diffusi potranno inviare osservazioni e manifestazioni d’interesse: si delineano nuove reti locali, areali o sub-areali, per rispondere alla crescente domanda di capacità trasmissiva.

 

Sintesi

Agcom ha avviato una consultazione pubblica (tecnicamente, una richiesta di informazioni nell’ambito del procedimento di cui alla delibera n. 170/25/CONS relativo alla pianificazione e assegnazione delle frequenze in banda UHF provenienti dalla ex Rete nazionale televisiva n. 12), avente scadenza 20/09/2025, per raccogliere osservazioni sull’uso delle frequenze UHF liberate dalla Rete nazionale 12, destinate a nuove reti locali.
L’Autorità invita FSMA e operatori a segnalare fabbisogni trasmissivi, territori sotto-serviti e a proporre configurazioni tecniche (reti di primo o secondo livello), oltre a suggerire criteri di assegnazione.
Le frequenze disponibili, tra cui il canale 28, sono distribuite in modo disomogeneo. Obiettivo: pianificare in modo efficiente e sostenibile la nuova architettura del DTT locale.

 

La Fase 2 post-Mux 12

Dopo aver formalizzato la soppressione della Rete nazionale televisiva n. 12 con la delibera 145/25/CONS e stabilito nella delibera 170/25/CONS la destinazione delle frequenze residue alla televisione locale, l’Agcom ha diffuso – in data odierna – un avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni di interesse e osservazioni preliminari finalizzate alla ridefinizione della pianificazione del digitale terrestre locale.

 

Passaggio operativo fondamentale

Si tratta di un passaggio operativo fondamentale, che coinvolge direttamente Fornitori di Servizi di Media Audiovisivi (FSMA), operatori di rete locali, associazioni e stakeholder, chiamati a contribuire attivamente alla costruzione della nuova mappa delle reti TV locali.

 

In cosa consiste la Fase 2 post-Mux 12

L’obiettivo dell’Autorità è raccogliere indicazioni concrete sulle necessità territoriali e sulle priorità di pianificazione per utilizzare in modo efficiente i canali UHF resisi disponibili dalla dismissione del Mux 12, a partire dalla banda 470-694 MHz.

 

Analisi preliminare

L’analisi preliminare, che precede la modifica formale del PNAF-DVB, mira non solo a individuare la disponibilità effettiva delle frequenze, ma anche a disegnare nuove reti locali, calibrate sulla base delle esigenze di copertura, delle vocazioni geografiche e della sostenibilità tecnica ed economica.

 

Un invito alla co-progettazione: la finestra consultiva aperta fino al 20/09/2025

Le osservazioni dovranno essere inviate entro il 20/09/2025, esclusivamente via PEC all’indirizzo agcom@cert.agcom.it, riportando nell’oggetto la dicitura: “Analisi preliminare per la ridestinazione delle frequenze UHF della Rete nazionale n. 12”. Le comunicazioni potranno contenere: analisi di fabbisogno trasmissivo su base regionale, sub-regionale o locale; proposte di configurazione di reti locali (primo o secondo livello); osservazioni tecniche su frequenze, coperture, compatibilità; indicazioni e proposte di criteri di assegnazione (anche alternativi a quelli oggi previsti); indicazioni su territori critici o sotto-serviti. I contributi saranno valutati ai fini della pianificazione finale e potranno essere resi pubblici sul sito dell’Agcom, salvo richiesta motivata di riservatezza.

 

Le frequenze disponibili: una risorsa tecnica disomogenea ma strategica

L’Autorità in sede di consultazione pubblica della Fase 2 post-Mux 12 ha messo a disposizione un allegato tecnico all’avviso contenente l’elenco dei canali UHF attualmente liberi, con indicazione delle regioni e delle province di riferimento.

 

Il canale 28 in gran parte delle regioni (ma non in tutte le province)

Tra questi, si segnalano frequenze come il canale 28 in Piemonte (ma solo nelle province di Alessandria, Biella, Novara, Verbania-Cusio-Ossola, Vercelli), Lombardia (tutte le province esclusa Mantova), Veneto (solo provincia di Belluno), Emilia Romagna (solo province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia), Toscana (solo le province di Arezzo, Firenze, Pistoia, Prato, Siena), Umbria (tutte le province), Lazio (solo province di Frosinone e Rieti), Abruzzo (solo provincia L’Aquila), Molise (solo provincia Isernia), Campania (tutta la regione), Basilicata (solo provincia di Potenza), Calabria (solo provincia di Vibo Valentia).

 

Le altre risorse

Completano la provvista i canali 27 e 31 in Sardegna (rispettivamente per le province di Nuoro, Ogliasta, Oristano, Olbia-Tempio, Sassari e Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano), 29 in Sicilia (intera regione), 32 in Trentino Alto Adige (intera regione), 35 in Piemonte (ma solo per Torino, Asti Cuneo) e lo stesso canale per la Valle d’Aosta.

 

Reti locali: primo o secondo livello?

Secondo Agcom, “le risorse sopra elencate, come indicato nella delibera n. 170/25/CONS, appaiono idonee a essere pianificate, in prima istanza, per costituire reti locali. In linea con il criterio della pianificazione gerarchica adottato per la delibera n. 39/19/CONS (a seguito delle disposizioni introdotte dalle leggi di bilancio 2018 e 2019, poi trasposte nel TUSMA), e fermi restando numero e configurazione delle aree tecniche definiti nella stessa delibera, le reti locali potranno in generale essere di primo livello (cioè, corrispondenti a un’area tecnica già definita, con vincolo di copertura radioelettrica superiore al 90% della popolazione in ciascuna area tecnica), oppure di secondo livello (a estensione pluri-provinciale o provinciale con copertura di popolazione non vincolata e in generale inferiore al 90%).

 

Il canale 28

Nell’analisi delle risorse sopra indicate, in particolare del canale 28 come rappresentato nella immagine d’apertura, Agcom sottolinea come, in generale, “non è possibile pianificare il medesimo canale in aree adiacenti in quanto, come noto, il riuso di una stessa frequenza da parte di reti differenti può avvenire, per ragioni di compatibilità elettromagnetica, solo a idonee distanze. Ciò premesso, un primo elemento di informazione che è richiesto nella presente analisi preliminare è quindi relativo alla struttura delle nuove reti che si andrebbero a pianificare con le risorse in oggetto, e, in particolare, alla questione se, nell’attuale struttura di mercato, occorra prevedere un maggior numero di reti di secondo livello, a livello provinciale (livello minimo di pianificazione) o pluri-provinciale, volto a intercettare un’eventuale domanda locale di capacità non attualmente soddisfatta dalle reti esistenti, anche non prevedendo eventualmente la pianificazione di tutte le risorse”.

 

Si richiedono idee

Sul punto, l’Autorità richiama l’attenzione sul fatto che sia “naturalmente possibile prevedere soluzioni differenziate a seconda dell’area geografica”, sicché i partecipanti sono invitati “a produrre elementi relativi a motivate e documentate necessità di nuove reti o comunque capacità che l’attuale struttura di mercato non appare fornire, evidenziando l’area geografica di interesse, e illustrando concreti esempi della pianificazione che si dovrebbe realizzare”.

 

Progettualità

Oltre al tema che attiene alla pianificazione delle frequenze, l’Autorità, come indicato sempre nella delibera n. 170/25/CONS, dovrà anche eventualmente predisporre una disciplina per l’assegnazione delle nuove reti pianificate.

 

Criteri

Alla luce delle reti che saranno eventualmente pianificate, occorrerà quindi definire, oltre ai requisiti e agli obblighi degli assegnatari, che dovranno presumibilmente essere in linea con quelli già utilizzati nelle precedenti gare nei bandi del Ministero, anche i criteri per l’eventuale assegnazione delle nuove reti, che si ricorda dovrà avvenire nei confronti di soggetti qualificati come operatori di rete.

 

I contributi richiesti

Spiega Agcom nel documento che accompagna la consultazione pubblica: “Naturalmente, come sopra per la pianificazione, le soluzioni prospettate potrebbero essere presenti in maniera differenziata sulle varie aree del territorio nazionale. Si invitano, pertanto, i rispondenti a far pervenire anche informazioni circa i possibili criteri e requisiti di assegnazione delle nuove reti che si propone di pianificare.

 

I tre punti

Le proposte in merito al tema in oggetto potranno essere quindi strutturate in modo da contenere in maniera puntuale e con il livello di dettaglio sopra richiamato: a) osservazioni e proposte di carattere generale; b) osservazioni e proposte specifiche concernenti la pianificazione delle risorse disponibili; c) osservazioni e proposte specifiche concernenti la disciplina per l’assegnazione delle eventuali nuove reti pianificate”, conclude Agcom.

 

post-Mux 12

Il Festino di Santa Rosalia Lunedì 14 luglio ore 20:30 in diretta nazionale sul canale “SICILIA 242” ed anche in streaming (oltre che localmente su TGS12 e TRM13 e SestaRete)

Apprendiamo dall’emittente nazionale “SICILIA 242” che Lunedì 14 luglio ore 20:30 verrà trasmesso in diretta nazionale ed anche in streaming in diretta da PALERMO il Festino di Santa Rosalia , ma il festino sarà anche visibile a livello locale anche sui canali TGS e TRM& SestaRete al Canale 81.

La regia unica è affidata a VIDEOBANK di Lino Chiechio nonchè regista.

Qui sotto potete vedere lo zapping di Sicilia 242 con la luminosa in alto a destra che dunque avvisa della diretta Lunedì sera.

Zapping dei canali.
↓ TGS Canale 12 ↓

↓ TRM Canale 13 ↓

↓ SESTARETE canale 81 ↓

↓ Feed SATELLITE Regia unica di: VideoBank – Proprietario e regista: Lino Chiechio ↓

Abbiamo visto Anche Most Sat (CT) a supporto, ad altre regie ma senza identificativo.
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Tv. Delibera 170/25/CONS: Agcom avvia 2^ fase riordino post Mux 12. Frequenze UHF per sopperire ad esigenze di banda areale degli FSMA locali

Fonte: www.newslinet.com/tv-delibera-170-25-cons-agcom-avvia-2-fase-riordino-post-mux-12-frequenze-uhf-per-sopperire-ad-esigenze-di-banda-areale-degli-fsma-locali

 

Con la delibera 170/25/CONS, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni apre ufficialmente il procedimento per la pianificazione e assegnazione delle frequenze UHF (470-694 MHz) rese disponibili dalla soppressione della Rete nazionale televisiva n. 12.
Dopo aver dedicato la banda VHF-III al DAB+, ora lo spettro in UHF viene restituito al comparto televisivo locale, che si auspica saprà cogliere l’occasione meglio di quanto hanno fatto i consorzi DAB (locali), che, non sfruttando al volo l’occasione, favoriranno la destinazione di una quota della provvista a loro destinata, ai player nazionali.

 

Sintesi

Con la delibera 170/25/CONS, Agcom avvia il riutilizzo locale delle frequenze UHF liberate dalla soppressione del Mux 12, completando il riordino iniziato con la delibera 22/25/CONS che aveva destinato la banda VHF al DAB+.
Le nuove frequenze, distribuite in modo non uniforme sul territorio, verranno pianificate per integrare il PNAF-DVB e rafforzare l’emittenza locale (cioè gli operatori di rete areali e, di converso, i fornitori di servizi di media audiovisivi locali). Il procedimento durerà 180 giorni e mira a garantire copertura e pluralismo.
L’iniziativa riflette un cambio di rotta strategico che redistribuisce risorse verso ambiti digitali in crescita.

 

La delibera 170/25/CONS

Con la delibera n. 170/25/CONS, approvata nella seduta del 25 giugno 2025, l’Agcom ha dato il via alla seconda fase del processo di riordino dello spettro radioelettrico nazionale, conseguente alla cancellazione della Rete nazionale televisiva n. 12.

 

Dopo le frequenze per la radio digitale, quelle per integrare le reti DTT locali

Dopo aver sancito – con la delibera 22/25/CONS di gennaio – la destinazione dell’intera banda VHF-III (174-230 MHz) al DAB+, ora l’Autorità pianifica il riutilizzo della banda UHF-IV/V (470-694 MHz) liberata dalla stessa rete per finalità televisive, ma in ambito locale.

 

Un nuovo spazio per il digitale terrestre locale

Secondo quanto stabilito nella delibera 170/25/CONS, Agcom procederà all’integrazione del PNAF-DVB, il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze per la TV digitale terrestre, al fine di rendere disponibili alle emittenti locali i canali della banda UHF non più utilizzati dalla rete nazionale 12.

 

Evoluzione del mercato

Una scelta motivata sia dall’evoluzione del mercato, sia dalla necessità di favorire pluralismo e copertura capillare, valorizzando operatori di prossimità in grado di servire specifiche comunità territoriali.

 

Risorse a macchia di leopardo

Si tratta, come osservato, di risorse radioelettriche “a macchia di leopardo”, disponibili solo su una porzione del territorio nazionale (stimata in circa il 50%), che tuttavia potrebbero rivelarsi decisive per rafforzare l’offerta in zone dove la capacità trasmissiva è oggi limitata. Il procedimento, affidato all’ing. Mauro Martino (già responsabile della fase afferente al VHF), dovrà concludersi entro 180 giorni dalla pubblicazione, salvo sospensioni legate a consultazioni pubbliche.

 

La continuità con la delibera 22/25/CONS: la razionalità del processo

Già la delibera 22/25/CONS – con la quale si era deciso di abrogare la procedura di assegnazione nazionale del Mux 12 e di destinarne le frequenze in VHF al servizio radiofonico digitale locale – aveva evidenziato che le 11 reti nazionali oggi operative (anziché le 12 previste) garantiscono una copertura e un’offerta televisiva soddisfacente.

 

Pieno sfruttamento delle risorse scarse

La razionalizzazione conseguente ha liberato quindi spazi preziosi sia per la radio (in VHF), sia per la televisione locale (in UHF). Resterà da vedere se gli operatori di rete televisivi sapranno cogliere meglio di quelli locali le risorse messe a disposizione (nel caso dei consorzi DAB locali, il mancato sfruttamento immediato della provvista frequenziale resa disponibile da Agcom, farà sì che una quota della stessa sarà destinata ai player nazionali).

 

Il quadro normativo attuale

Nel quadro normativo attuale, la redistribuzione delle risorse avviene in applicazione dell’art. 50 del TUSMA (D. Lgs. 208/2021) e degli artt. 4 e 58 del Codice delle comunicazioni elettroniche, che impongono un uso efficiente, efficace e non discriminatorio dello spettro.

 

Approccio graduale funzionale alla domanda effettiva

L’Autorità ha quindi scelto un approccio graduale e funzionale alla domanda effettiva, dando priorità – come già fatto in VHF – all’ambito locale.

 

Verso nuove assegnazioni in ambito locale: criteri e prospettive

Il nuovo procedimento prevede non solo la pianificazione tecnica dei canali UHF resi disponibili, ma anche la definizione delle procedure per il rilascio dei diritti d’uso.

 

Medesimi criteri del passato per la selezione

Agcom ha già indicato che adotterà – in questa nuova fase – gli stessi criteri del vigente PNAF-DVB, garantendo copertura minima del 90% della popolazione nell’area tecnica per almeno una delle reti locali da assegnare.

 

La differenza per le reti locali

Sebbene si tratti di un quantitativo limitato di frequenze, queste ultime potrebbero fare la differenza per operatori locali in cerca di espansione o per l’ingresso di nuovi player in aree attualmente poco coperte. Il riferimento normativo resta il PNRF (Piano nazionale di ripartizione delle frequenze) e i vincoli tecnici già consolidati dalla precedente pianificazione.

 

Un riordino tecnico, ma anche politico

La soppressione del Mux 12 ha rappresentato, de facto, una svolta politica oltre che regolamentare. L’impossibilità di assegnare quella rete dopo ben tre gare andate deserte (convertite dalla delibera 25/23/CONS, poi abrogata) ha dimostrato che il mercato nazionale non ha più bisogno di un dodicesimo operatore generalista in DVB-T.

 

Doppia scelta

Da qui la doppia scelta: valorizzare il DAB+ in VHF e sostenere l’emittenza televisiva locale in UHF, due settori in fase di sviluppo e bisognosi di risorse.

 

La delibera 170/25/CONS chiude il cerchio

La delibera 170/25/CONS chiude così il cerchio aperto a gennaio e completa una razionalizzazione dello spettro condivisa anche con il MIMIT, che aveva sollecitato l’Autorità a trovare una soluzione per la saturazione del DAB in alcuni bacini locali.

 

Punto di equilibrio

Il riutilizzo delle frequenze del Mux 12 segna un punto di equilibrio tra efficienza tecnologica e tutela del pluralismo. Il futuro della televisione digitale terrestre – oggi al bivio tra switch-off analogici e pressioni OTT/IP – passa anche da scelte come questa, che redistribuiscono valore e opportunità a soggetti meno forti ma spesso più radicati. La nuova fase, ora ufficialmente avviata, dirà se e quanto il sistema saprà cogliere questo passaggio.

 

Il testo della Delibera 170/25/CONS

Qui per leggere il testo delle delibera in pdf.