DVB-T2: pubblicate le condizioni dei bandi per diventare operatori di rete locali. Ma in diverse regioni italiane c’è rischio astensione totale.

Traendo spunto dal seguente articolo di Newslinet: https://www.newslinet.com/dtt-operatori-locali-rinunceranno-a-ruolo-network-provider-in-t2-in-molte-regioni-potrebbero-non-esserci-partecipanti-ai-bandi-superplayer-nazionali-anche-regionali/, cerchiamo di sintetizzare il più possibile la situazione che potrebbe prospettarsi con le frequenze considerate assegnabili in vista del DVB-T2.

 

La procedura di selezione degli operatori di rete per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze locali sarà regolamentata da specifici bandi rilasciati dal Ministero. In totale saranno pubblicati 73 bandi con successive graduatorie.

 

L’Italia è stata divisa in 18 aree tecniche dal PNAF della Delibera Agcom 39/19. Sono previste reti locali di 1° livello, con obbligo di copertura al 90% e reti locali di 2° livello che, nonostante l’assenza di vincoli di copertura, sono state pianificate per permettere una copertura superiore al 50% della popolazione provinciale.

 

Per poter presentare domanda di partecipazione alla selezione per gli operatori di rete locali ci sono 30 giorni di tempo a disposizione a partire dalla data di pubblicazione dell’avviso del bando di gara nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

 

A questa selezione possono partecipare tutti i soggetti che hanno l’autorizzazione generale in base all’articolo 25 del Codice delle comunicazioni elettroniche o che inviano alla domanda di partecipazione alla procedura la copia della “segnalazione certificata di inizio di attività” presentata al Ministero per l’ottenimento dell’autorizzazione.

E’ possibile partecipare tramite il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) oppure con la formazione di intese, consorzi o altri tipi di aggregazione. Tutto ciò serve per realizzare collaborazioni tecniche e commerciali, ma queste unioni, prima del rilascio dei diritti d’uso, devono avere una forma giuridica stabile, compresa quella della società consortile.

In allegato alla domanda, i partecipanti devono obbligatoriamente presentare l’“Offerta di servizio” da applicare ai Fornitori di Servizi Media Audiovisivi (FSMA), con lo scopo di specificare, in base ad un fac-simile allegato al bando di gara, le condizioni tecnico-economiche del servizio di accesso, compresi i prezzi massimi di possibilità di affitto della banda. Quest’offerta serve per creare un maggiore equilibrio tra operatori di rete con elevato potere contrattuale e i FSMA locali collocati in posizione utile in graduatoria.

 

L’offerta di servizio non inciderà sul punteggio nella graduatoria della procedura di selezione degli operatori di rete locali, ma verrà pubblicata sul sito del Ministero in caso di rilascio della frequenza.

Per ottenere il diritto d’uso è necessario soddisfare diversi requisiti:

– capacità tecnica di pianificazione e sviluppo della rete (nel rispetto del piano dell’Agcom);

– capacità di compilare un piano tecnico dell’infrastruttura di rete locale;

– dimostrare le proprie abilità nel settore delle comunicazioni elettroniche (in particolare nella realizzazione e nell’esercizio di reti di radiodiffusione televisiva);

– dichiarare la propia disposizione economica, patrimoniale e finanziaria;

– dare garanzie sulle tempistiche di realizzazione e piena funzione delle reti.

 

In caso di RTI, consorzi, altre aggregazioni e intese, gli ultimi 2 requisiti possono essere soddisfatti sommando il punteggio totale dei componenti delle seguenti società.

Tutti i partecipanti alla procedura di assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze devono creare, a pena di esclusione, una cauzione, pari al 10% del costo degli investimenti previsti per lo sviluppo del piano tecnico e per la piena operatività della rete. Una volta aggiudicato il diritto d’uso, il deposito cauzionale sarà di nuovo in mano agli operatori, a meno che non siano previsti dai bandi alcune situazioni come l’incameramento della cauzione.

I partecipanti alla selezione dovranno indicare nella propria domanda quale/i rete/i dell’area tecnica coinvolta dalla procedura vogliono ottenere.

 

I diritti d’uso diventeranno operativi in tutte le 18 aree tecniche stabilite dal PNAF in base alle tempistiche indicate dal calendario della Road Map del Decreto ministeriale del 19/6/2019.

 

Per poter rispettare le date previste dalla tabella di marcia, è necessario permettere il pieno funzionamento delle reti, usando le codifiche o gli standard più avanzati (DVB-T2/HEVC), entro i termini previsti dallo stesso Decreto.

I diritti d’uso delle frequenze locali avranno la stessa durata di quelli delle reti nazionali, vale a dire 10 anni con scadenza rinnovabile. Questo limite temporale sarà calcolato a partire dalla data del totale compimento del PNAF.

 

Il piano tecnico dovrà essere compilato rispettando i vincoli elettromagnetici imposti nei Punti di verifica (PDV), dove indicati dall’Agcom.

La revoca del diritto d’uso scatta immediatamente in caso di mancato rispetto delle tempistiche per la realizzazione e la piena funzione delle reti, mentre per la prolungata violazione d’obbligo del rispetto dei vincoli radioelettrici avviene dopo una sospensione iniziale di 3 mesi per l’utilizzo della frequenza.

La stessa sanzione, applicata per il mancato rispetto dei vincoli radioelettrici, vale per l’attivazione di postazioni non completamente autorizzate dal Mise e in questa situazione inoltre vengono spenti gli impianti accesi abusivamente.

 

Per evitare una situazione di monopolio, le assegnazioni verranno eseguite in base a 3 regole:

a) nella stessa area tecnica lo stesso soggetto non può accaparrarsi più reti di 1′ livello;

b) nella stessa area tecnica non è possibile assegnare allo stesso operatore entrambe le tipologie di reti (1′ e 2′ livello);

c) nella stessa area tecnica, in caso di sovrapposizioni territoriali tra reti di 2′ livello, lo stesso soggetto non può ottenere più reti di questa tipologia.

 

I seguenti criteri valgono solo in caso di più soggetti ammessi in graduatoria per garantire l’uso efficiente della frequenza e per i vari RTI, consorzi, intese e altri tipi di società.

Per il calcolo dei punteggi della graduatoria, i dati delle 3 regole elencate sopra dovranno essere riportati nel Formulario che sarà allegato al bando.

 

Al Ministero verrà affidato il compito di verificare sulla gestione efficiente della frequenza.

Il titolare di uno o più diritti d’uso si impegna a concedere la relativa capacità trasmissiva richiesta dai FSMA utilmente collocati in graduatoria, garantendone l’utilizzo effettivo.

Per garantire il “pluralismo dell’informazione”, nelle province delle aree tecniche non coperte da reti di 2′ livello, l’operatore della rete di 1′ livello deve garantire, in caso di richiesta, a tutti quei FSMA che, almeno nei 2 anni precedenti alla presente procedura, hanno trasmesso esclusivamente in queste province (o in una parte di esse) e che vogliono proseguire la propria programmazione sempre nella stesse aree, un prezzo, previsto dall’Offerta di servizio, conforme al numero di abitanti delle province interessate entro un limite di Mbit predefinito nei bandi.

 

Il titolare della frequenza che cede ad un soggetto terzo la realizzazione e la gestione della rete dovrà spedire al Ministero una dichiarazione del soggetto terzo per dimostrare che la rete venga realizzata e gestita nel rispetto degli impegni presi dall’operatore di rete nel piano tecnico.

 

Dopo l’assegnazione dei diritti d’uso, il Ministero sceglierà attraverso una procedura competitiva parallela i FSMA che hanno diritto ad affittare la banda sui nuovi mux locali. Le procedure saranno concentrate, a distanza ravvicinata, in 3 fasi temporali basandosi sulle macro-aree geografiche individuate per il rilascio e l’attivazione delle reti secondo il calendario della Road Map del Decreto ministeriale del 19/6/2019.

 

Come riportato da Newslinet, nonostante in Italia ci sia sempre stata una folta concorrenza per ottenere le frequenze, anche in maniera raffazzonata, stavolta tutte queste condizioni per diventare operatori di rete locali in vista del DVB-T2 potrebbero causare in diverse regioni italiane un disinteresse totale alla partecipazione della selezione dei nuovi operatori di rete locali. Infatti Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia, principale società italiana di consulenza multidisplinare nel settore radio-tv ha affermato di aver “definito richieste di assistenza per i futuri bandi come operatori di rete in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Calabria, Liguria, Umbria, Toscana e di aver ricevuto richieste di assistenza per Sicilia e Sardegna“ e ha confermato il rischio di astensione in tante regioni italiane da parte di soggetti che avrebbero i requisiti per la partecipazione.

 

In questo caso si verrebbe a creare il paradosso di avere in alcuni territori la presenza esclusiva di FSMA piazzati in posizione utile nella graduatoria e, in mancanza di titolari di diritto d’uso locali, il Mise potrebbe addirittura chiedere aiuto agli operatori nazionali per quanto riguarda queste aree.

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