Fissata la scadenza per la rottamazione spontanea delle frequenze

Fonte: https://www.mise.gov.it/index.php/it/normativa/decreti-interministeriali/2041813-decreto-interministeriale-27-novembre-2020-indennizzi-in-favore-degli-operatori-di-rete

 

Lo scorso 20 gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale MISE – MEF con il quale vengono fissati i criteri e le procedure per la spartizione degli indennizzi a favore degli operatori di rete locali che vorranno liberare volontariamente le proprie frequenze.

La partecipazione è aperta a tutti gli operatori di rete, indipendentemente dal calendario dello spegnimento obbligatorio delle frequenze UHF 51 e 53.

I soggetti che manifestano questo interesse hanno 60 giorni di tempo a partire dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e la data di scadenza coincide con il 22 marzo 2021.

 

Decreto (gazzettaufficiale.it)

Allegato 1

Fac-simile presentazione domanda di indennizzo

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DTT. Strage di FSMA in arrivo con la primavera: il 75% dei titoli rilasciati potrebbe non collocarsi utilmente nelle graduatorie areali

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-strage-di-fsma-in-arrivo-con-la-primavera-il-75-dei-titoli-rilasciati-potrebbe-non-collocarsi-utilmente-nelle-graduatorie-areali/

 

Con la posticipazione di 15 giorni del termine per la presentazione delle domande per gli operatori di rete areali, è altamente improbabile che – come si era inizialmente ipotizzato – per fine febbraio 2021 possano essere pubblicati i bandi per i fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) locali.

 

Le previsioni della L. 205/2017

L’art. 1 c. 1034 della L. 205/2017 prevede infatti che “Al fine di determinare i soggetti che possono utilizzare la capacità trasmissiva (…) il Ministero dello sviluppo economico avvia le procedure per predisporre, per ciascuna area tecnica (…) una graduatoria dei soggetti legittimamente abilitati quali fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale che ne facciano richiesta (...).

 

Capacità disponibile

In altri termini, per definire quanti soggetti possono collocarsi utilmente in graduatoria occorre prima conoscere la capacità trasmissiva disponibile. Ed è inverosimile che in 15 giorni il Ministero possa processare tutte le domande dei network provider che saranno presentate a questa unica tornata finale. Che, a quanto risulta a questo periodico, non saranno poche. Soprattutto a riguardo dei bandi di 2° livello.

 

Il prosieguo

Sennonché, il predetto c. 1034 dell’art. L. 205/2017, prosegue: “In linea con la sequenza di rilasci e attivazioni di frequenze nell’arco del periodo transitorio dal 1º gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 nelle aree geografiche di cui al comma 1032, lettera a), le procedure di cui al presente comma si concludono nel periodo dal 30 ottobre 2019 al 30 giugno 2021”.

 

Entro il 30/06/2021 il quadro operativo deve essere definito

Conseguentemente, entro il 30/06/2021 l’elenco dei fornitori di contenuti areali che avranno diritto a trovare ospitalità sui nuovi mux dei network provider destinatari dei diritti d’uso già assentiti (in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige) o che lo saranno dopo il 15/02/2021, dovrà essere definito.

 

Al netto delle incognite

Possiamo quindi già tirare qualche conclusione, pur alla presenza di alcune variabili. Quale, ad esempio, l’assegnazione dei diritti d’uso dei bandi di 2° livello che in casi eclatanti, come la Lombardia, qualche volta sono andati deserti (saranno bandite ulteriori gare in limine?).

 

Tutti insieme, ma non appassionatamente

La prima conclusione, dicevamo, è che i bandi areali per i FSMA (diversamente da quanto era stato annunciato pubblicamente dallo stesso Ministero a giugno 2019) saranno pubblicati tutti insieme.

 

Sarà una bolgia

Sì, perché, a grandi linee, i titoli locali rilasciati sino ad ora dal Mise sono circa 4000.
Non è dato di sapere se tutti questi titoli parteciperanno ai bandi areali. Anche se appare improbabile, considerato che diversi sono solo “di carta” e, soprattutto, molti fanno capo ai medesimi soggetti.

 

Il rischio dei pluriautorizzati

Ci sono infatti non poche società che hanno (ancora) la titolarità di diverse decine di FSMA locali.
Poiché la collocazione in graduatoria avverrà sulla base dei requisiti ex DPR 416/2017 è quindi evidente che partecipare ai bandi con più titoli comporterà la frammentazione dei punteggi su più autorizzazioni. Oppure lo sbilanciamento assoluto verso i titoli più pregevoli.

 

Elenchi indefinitivi

Fatto sta che la mole di domande che pioveranno contemporaneamente addosso ai pochi funzionari del Mise che dovranno elaborarle sarà impressionante. E gli errori, con un quadro siffatto, saranno, purtroppo, inevitabili. Con la solita conseguenza di elenchi fluidi, oggetto di continue revisioni. Come abbiamo visto negli anni passati sia per i diritti d’uso che per contributi ed attribuzioni LCN (a proposito, anche questa è una variabile che per ora però tralasciamo).

 

Il risultato sarà comunque lo stesso

Una quota rilevante di tali FSMA non si collocheranno utilmente in graduatoria. E questo è un dato di fatto.
E ciò tanto più se, come sembra purtroppo probabile, il numero utile di soggetti trasportabili (cioè il numero utile delle graduatorie) sarà determinato in conseguente della capacità trasmissiva disponibile in H264 e non in H265, come ipotizzato dall’inizio da Agcom.

 

37 contenuti sui mux di 1° livello in H265

Facciamo due conti per comprendere la portata della questione.
Ogni mux areale di primo livello T2 potrebbe trasportare 37-38 canali (la teoria parla di 40) da 1 MB in H265/HEVC (capacità considerata sufficiente per un contenuto SD di discreta qualità video) per i mux di 1° livello e circa 18-19 (la teoria parla di 20-21) per i mux di 2° livello.

 

18 contenuti in H264

Ovviamente qualora si utilizzasse il formato H264 (mpeg4) – obbligatorio da settembre 2021 a mente della road-map ministeriale – la sostenibilità sarebbe di circa la metà (quindi 18-19 per i mux di 1° livello e 9-10 per quelli di 2° livello).

 

Graduatorie FSMA calcolate in H264

E’ pertanto lapalissiano che se le graduatorie verranno definite sulla base della capacità disponibile in H264 sulla scorta del fatto che il parco ricevitori sarebbe inadeguato a ricevere il formato H265 alla data dello switch-off dell’ultimo quadrimestre 2021, avremo il 75% degli FSMA oggi assentiti che non potrà trovare spazio.

 

Centinaia di ricorsi al TAR all’orizzonte

Ed è altrettanto scontato che il TAR Lazio sarà sommerso da una valanga di ricorsi.

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DTT. Il Mise accoglie la richiesta lanciata da NL e proroga di 15 gg i termini per le domande dei bandi per gli operatori di rete areali

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-il-mise-accoglie-la-richiesta-lanciata-da-nl-e-proroga-di-15-gg-i-termini-per-le-domande-dei-bandi-per-gli-operatori-di-rete-areali/

 

Accogliendo la richiesta degli operatori pubblicata nelle scorse settimane da NL, il Ministero dello Sviluppo Economico ha prorogato di 15 giorni la scadenza per le domande per i bandi per i network provider areali, che ora hanno termine al 15/02/2021. Ciò in quanto, a causa della presenza delle festività, si era di fatto determinata una disparità di trattamento rispetto ai bandi già pubblicati per le regioni del nord Italia.

 

Proroga di 15 gg

Con determina del 20/01/2021 del Mise, il termine del 30/01/2021 per la presentazione delle domande di partecipazione alle procedure per l’assegnazione ad operatori di rete dei diritti d’uso di frequenze per l’esercizio del servizio televisivo digitale terrestre in ambito locali, di cui ai bandi pubblicati in data 16/12/2021, è stato pertanto prorogato al 15/02/2021.

 

Invariate le altre modalità

Rimangono invariate le restanti modalità previste dalle procedure. Qui la determina del 20/01/2021 recante la proroga.

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DTT. Finalmente pubblicato in GU 20/01/2021 l’attesissimo DM del Mise del 27/11/2020 sugli indennizzi agli operatori di rete locali

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-finalmente-pubblicato-in-gu-20-01-2021-lattesissimo-dm-del-mise-del-27-11-2020-sugli-indennizzi-agli-operatori-di-rete-locali/

 

E’ stato pubblicato ieri sulla G.U. del 20/01/2021 S.G. n. 15 il D.M. 27/11/2020 del Ministero dello Sviluppo Economico. Il provvedimento, come noto, è propedeutico all’erogazione dell’indennizzo in favore degli operatori di rete locali a seguito della liberazione delle frequenze oggetto di diritto d’uso in ottemperanza a quanto previsto dai commi 1032 e 1039 lettera b), dell’art. 1 della legge n. 205/2017.

 

Modalità operative e procedure per erogazione indennizzi

Il D.M. 27/11/2020 definisce le modalità operative e le procedure per l’erogazione dell’indennizzo. Il calcolo è effettuato in base alla popolazione residente nelle province oggetto di ciascun diritto d’uso. Tuttavia, considerando la necessità di dover indennizzare operatori che, servendo territori orograficamente complessi, hanno dovuto realizzare reti costituite da un numero elevato di impianti, affrontando, rispetto ad altri operatori, costi maggiori a parità di popolazione servita, è stata prevista una ripartizione della somma complessiva.

 

Chi può accedere alle misure previste dal D.M. 27/11/2020

Nel merito, il D.M. 27/11/2020 prevede che possano beneficiare degli indennizzi tutti gli operatori di rete titolari di diritti d’uso in ambito locale, compresi i soggetti titolari di autorizzazioni temporanee, in regola con gli obblighi previsti dalle norme vigenti, che sono tenuti a liberare tali frequenze in anticipo rispetto alla scadenza prevista nel relativo diritto d’uso rilasciato dal Ministero. Il tutto secondo le tempistiche previste dal decreto ministeriale 19/06/2019.

 

Le somme stanziate e la ripartizione

Lo stanziamento complessivo di euro 304.200.000 destinato dalla legge n. 205/2017 all’erogazione degli indennizzi di cui all’art. 1, comma 1039, lettera b) della medesima legge è ripartito tra i beneficiari al netto di un accantonamento pari al 1% per far fronte a circostanze sopravvenute da cui derivino oneri aggiuntivi a carico della procedura.
Le risorse stanziate sono ripartite secondo le seguenti quote:

euro 25.000.000 da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sul numero complessivo di impianti legittimamente eserciti;

euro 276.158.000 da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sulla popolazione residente nelle province oggetto dei diritti d’uso e delle autorizzazioni temporanee.

 

La quantificazione per impianto

A ciascuno dei soggetti beneficiari sarà corrisposto un indennizzo complessivo che consegue dalla somma della quota derivante dal numero di impianti legittimamente eserciti e della quota derivante dal numero di abitanti residenti nelle province cui il diritto d’uso o l’autorizzazione temporanea si riferisce. Il numero di abitanti per provincia verrà calcolato in base ai dati della rilevazione ISTAT del 01/01/2020 (allegato al D.M.).

 

Calcolo dati ISTAT

Il valore unitario di ciascun impianto è determinato dividendo lo stanziamento di euro 25.000.000 per il numero totale di impianti legittimamente eserciti.
Il valore unitario per abitante è determinato dividendo lo stanziamento di euro 276.158.000 per il numero totale di abitanti cumulativamente residente nelle province oggetto dei diritti d’uso e delle autorizzazioni temporanee.

 

Titolarità diritti d’uso

Per la titolarità dei diritti d’uso, delle autorizzazioni temporanee nonché dei singoli impianti verrà considerata la data di pubblicazione del D.M.

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Switch (Out)

Fonte: https://www.newslinet.com/switch-out/

 

Col nuovo switch-off televisivo da settembre 2021 cosa cambierà in meglio per l’utente? Nulla.
L’offerta rimarrà infatti l’attuale o al limite inferiore. Ma con una qualità video più bassa.
Ricordate il primo switch-off, quello del 2010?
Veniva pubblicizzato come una svolta epocale per la qualità (tele)visiva. Trasmissioni HD, estinzione dell’effetto neve, stop alle interferenze.

 

Si è sciolta la neve. Ma è emerso il mosaico

E’ vero, è  scomparso l’effetto neve, che peraltro era ormai piuttosto raro, retaggio degli anni ’70 causato dalla scarsa potenza dei segnali. Ma perché sostituito da un nuovo fenomeno, forse ancora più fastidioso (in quanto perenne).
Parliamo dello squadrettamento (o effetto mosaico) determinato spesso dall’eccessiva compressione dei contenuti per scarsità di capacità trasmissiva disponibile.

La coperta che non scalda

D’altra parte, il passaggio completo al formato H264 su un numero inferiore di frequenze rispetto alle attuali (a causa della sottrazione della banda 700 MHz) potrà determinare solo due conseguenze alternative.
La diminuzione dei canali esistenti o della qualità di molti di essi. Oppure, forse, nemmeno alternative.
Perché, comunque la si tiri, la coperta rimane troppo corta.

I numeri Agcom

Agcom aveva fatto i numeri con il nuovo Piano di Assegnazione delle Frequenze per il T2 perché poterci far stare se non tutto, gran parte dell’esistente. Al punto che il taglio medio di capacità trasmissiva per ogni canale SD è stato quantificato in 1 MB in H265. Cioè, una resa ben lontana da quella necessaria per garantire una resa qualitativa sufficiente per un canale SD alla luce delle attuali aspettative del pubblico abituato a soluzioni 4K dello streaming on demand.

Piano traballante

Tuttavia il Piano Agcom, pur traballante, stava in piedi a condizione di utilizzare il formato H265/HEVC. Assolutamente impensabile che possa farlo col formato ponte H264 che ci accompagnerà (salvo auspicate proroghe) fino al giugno 2022, quando si dovrebbe passare all’H265.

Futuro nero. Quantomeno nei contorni

Ora, poiché è impensabile che i canali che non troveranno spazio dall’autunno 2021 possano andare in letargo fino all’estate 2022, logica conseguenza sarà una generale diminuzione della qualità pro canale. Magari integrata da soluzioni come riquadri con contorni neri ed altre idee creative italiane.

C’è una sola soluzione: spostare lo switch-off

Purtroppo, comunque la si giri, non c’è via d’uscita. E finirà con l’ennesima bolgia di ricorsi giurisdizionali e di proteste da utenti ed operatori.
A meno che, non si prenda atto che l’attuale parco dei televisori non è pronto allo switch-off. E che questo debba avvenire direttamente in H265, spostando il primo spegnimento direttamente al giugno 2022.

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