DTT. A distanza di oltre 3 mesi dal formale termine del processo di refarming ancora nulla per l’assegnazione della rete nazionale 12

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-a-distanza-di-oltre-3-mesi-dal-formale-termine-del-processo-di-refarming-ancora-nulla-per-lassegnazione-della-rete-nazionale-12/

 

Sono passati più di tre mesi dalla formale conclusione del processo di refarming del digitale televisivo terrestre, ma sull’assegnazione del diritto d’uso della rete nazionale 12 non vi sono novità.
Non che la cosa ci stupisca: avevamo scritto più volte che sarebbe stata una procedura complessa e sofferta, che difficilmente avrebbe visto la sua conclusione nel 2022, assegnando probabilità di definizione per la primavera del prossimo anno.
Ora, però, cominciamo ad avere qualche dubbio anche su tale posticipazione.

 

Il punto sulla rete nazionale 12

Il procedimento di attribuzione del diritto d’uso della rete nazionale 12, dopo che i due partecipanti predefiniti (Retecapri ed Europa 7) non l’hanno ottenuto (sotto forma di diritto d’uso specifico e generico), come noto, è passato dal Mise ad Agcom.

 

La competenza Agcom

Quest’ultima, a mente dell’art. 10 c. 4 della Delibera n. 65/22/CONS, “Nel caso la procedura (…) vada deserta oppure non venga aggiudicata per qualunque motivo (…) si riserva di definire una successiva procedura di assegnazione del lotto di gara, alla luce dell’assetto e dello sviluppo di mercato che si sarà determinato”.

 

Mercato decisore della rete nazionale 12

Cosa si intende per “assetto e sviluppo di mercato che si sarà determinato”? Una spiegazione NL l’aveva individuata, a luglio 2022, nelle valutazioni espresse da Agcom in esito alla consultazione pubblica indetta ex Del. 407/21/CONS, dalle quali si desumeva che la finalità dell’ulteriore intervento dell’Autorità era finalizzato a “non lasciare inutilizzata un’importante risorsa scarsa” attraverso una “modalità alternativa per la messa in esercizio della rete n. 12 in caso di eventuale assenza di partecipanti alla procedura o di mancata aggiudicazione della rete ad alcuno dei soggetti cui la stessa è riservata”.

 

La profezia considerata troppo pessimistica…

In quella occasione avevamo scritto che, con ogni probabilità, la relativa procedura, ammesso che non fosse preceduta da una ulteriore consultazione pubblica che inevitabilmente ne avrebbe allungato i termini, difficilmente avrebbe trovato una conclusione prima di fine 2022.

 

Campa cavallo

Erano seguiti una ridda di commenti che avevano catalogato come eccessivamente pessimistica la nostra previsione in quanto il tutto si sarebbe risolto, al più tardi, entro settembre.

 

… che diventa eccessivamente ottimistica

Invece, come detto, ad ottobre avanzato, con una Autorità impegnata per quasi tutto il mese di settembre dai controlli sulla par condicio, della nuova procedura della rete nazionale 12 non c’è nemmeno il sentore.

 

Rose…

Al punto che la possibilità che l’iter possa concludersi entro la fine del 2022 è passata da previsione pessimistica ad eccessivamente rosea.

 

… e anniversari

Tanto che qualcuno, dopo aver parlato di primavera 2023, comincia a pensare che l’attribuzione del diritto d’uso potrebbe coincidere con l’anniversario della fine del refarming della banda 700 MHz.
Fine formale, ovviamente.

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DTT. Player pronti ad abbandonare la codifica MPEG-2: ultimo giorno il 20/12/2022

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-player-pronti-ad-abbandonare-la-codifica-mpeg-2-ultimo-giorno-il-20-12-2022/

 

Confindustria Radio Tv: è importante che le istituzioni competenti concordino sia sulla data di completa dismissione della codifica Mpeg-2 sia sul piano di comunicazione.
I broadcaster associati in Confindustria Radio Televisioni – il più importante sindacato del settore televisivo – hanno convenuto di avviare le operazioni per la completa dismissione della codifica Mpeg-2 in data 20 dicembre.
Dal giorno successivo, in ogni caso, sulla tv digitale terrestre le trasmissioni saranno solo in Mpeg-4.

 

Refarming banda 700 MHz non ancora completato

“Come è noto – spiega una nota di Confindustria Radio Tv –  il percorso alla Nuova TV Digitale, che ha visto il rilascio della banda 700 MHz al 30 giugno 2022, non si è ancora completato per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica dei ricevitori idonei nelle case dei cittadini utenti.

 

Data definitiva indispensabile per comunicazione

La fissazione di una data comune consente di programmare una adeguata campagna di comunicazione, anche istituzionale, indirizzata in particolare verso le fasce di popolazione più deboli che ancora non hanno provveduto alla sostituzione dei ricevitori obsoleti più vecchi. Un’attenzione particolare è rivolta agli anziani a cui è stata destinata l’operazione “decoder a casa”. Questa agevolazione deve essere adeguatamente comunicata a livello istituzionale e valorizzata per l’importante valore sociale che rappresenta.

 

Campagna informativa su dismissione Mpeg-2

I broadcaster dal canto loro avvieranno anche una propria campagna di comunicazione per informare la popolazione della data di completa dismissione della codifica Mpeg-2, nel cui ambito verranno anche avviati i cosiddetti “sottopancia” informativi sui programmi trasmessi ancora con questa tecnologia.

 

Concertazione tra broadcaster, istituzioni, produttori di apparati e rivenditori

È tuttavia importante che le istituzioni competenti convengano sia sulla data di completa dismissione della codifica Mpeg-2, sia sul piano di comunicazione ai cittadini e alle altre imprese di sistema coinvolte nel processo (come i produttori di apparati e rivenditori). Ciascuno, insomma, imprese e istituzioni, deve fare la sua parte, sempre con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro”, conclude Confindustria Radio Tv.

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Switch-off MPEG-2 il 20 dicembre? Perché proprio la settimana di Natale?

Fonte: https://www.dday.it/redazione/43909/ddaily-012-switch-off-mpeg2-il-20-dicembre-perche-proprio-la-settimana-di-natale

 

Trapelano nuove indiscrezioni: le emittenti si preparano a spegnere i canali in MPEG2 il 20 di dicembre, il momento peggiore per i negozi. Nella seconda metà di ottobre dovrebbe partire la campagna di comunicazione: da come sarà fatta dipenderà il numero di TV (inutilmente) rottamati

 

Secondo indiscrezioni che stanno circolando sul mercato e che hanno raggiunto da diversi canali, pare imminente l’annuncio congiunto tra tutte le emittenti della data del 20 dicembre per lo spegnimento dei canali residui in MPEG2 che, a norma di roadmap in vigore, deve essere compiuta entro la fine dell’anno.

 

Andrà così a compimento la prima fase di uno switch-off che non vedrà certo il passaggio al DVB-T2 a gennaio 2023, come comunicato da molti organi di stampa e – cosa più grave – dal MiSE stesso sul proprio sito “La nuova TV digitale”.

 

Se questa la data del 20 dicembre venisse confermata (cosa che potrebbe accadere a ore), sarebbero destituite di fondamento le altre indiscrezioni che avevamo raccolto di un tentativo di rinvio in atto dello spegnimento dell’MPEG2 ai primi mesi del 2023.

Nella seconda metà di ottobre dovrebbe partire una campagna di comunicazione per informare i cittadini del passaggio in atto. Passaggio che – lo sottolineiamo – consiste solo nello spegnimento dei canali 501 e successivi (MPEG2 in standard definition) che oramai sono una fattispecie decisamente residuale: pur provando a interrogare sul tema le più lontane conoscenze, non abbiamo trovato nessuno che stia guardando RAI Uno sul 501 e veda “nero” sulla numerazione base. Qualcuno comunque ci sarà e le stime di parlano di una forchetta tra 1 e 2 milioni di TV non ancora adeguati all’MPEG4.

 

Il 20 dicembre per i consumatori e i retailer: tra tutte le settimane dell’anno, la più sbagliata

Ci sono stati di fatto nove mesi per spegnere i canali in MPEG2 lasciati accesi dopo l’8 marzo, data in cui alla posizione 1 e seguenti sono andati i canali in MPEG4. E i broadcaster hanno scelto il martedì prima di Natale, in pieno rush finale prima delle feste. Sì, certo, ci sarà la campagna informativa che potrebbe diluire gli acquisti nelle settimane precedenti. Ma gli italiani, si sa, procedono sempre a cose fatte e finché i canali dell’arco 500 non verranno spenti, non si muoveranno. Ora, che il 20 di dicembre questi clienti, probabilmente non i più ferrati nei temi tecnologici e anche un po’ avanti con l’età, debbano andare in negozi pieni zeppi a contendersi 5 minuti di un addetto vendita per capirci qualcosa è francamente demoralizzante. Guardandola dalla parte dei rivenditori, poi, è pura follia: su 52 settimane, quella di Natale è certamente quella dove saltano tutti gli schemi, dove non esistono permessi, dove si sta ventre a terra a cercare di soddisfare i clienti, le loro esigenze di avere il prodotto immediatamente da mettere sotto l’albero. La settimana più sbagliata di tutto l’anno per inserirvi una data di switch-off, piccolo o grande che sia.

 

Il 20 dicembre per i broadcaster: una scelta furba

Il grande motivo dietro la scelta della settimana di Natale per questo switch-off sarebbe che la domenica precedente c’è la finale dei Mondiali di calcio in Qatar. Sarà, anche se pare difficile pensare che – tanto per restare tra i luoghi comuni – la “casalinga di Voghera”, che ora magari è anche anziana, impazzisca per vedere partite come Portogallo-Ghana in un Mondiale dove l’Italia purtroppo neppure gioca. Più probabile che si tratti di una scelta tattica per far cadere questo spegnimento nell’unica fase che passa decisamente sottotraccia per quello che riguarda la raccolta pubblicitaria: i giochi del Natale sono oramai tutti fatti e c’è ancora qualche settimana prima della ripresa. In più, la settimana di Natale è quella in cui c’è la minima attenzione mediatica, visto che tutti sono indaffarati nelle incombenze prenatalizie e nelle chiusure delle scadenze lavorative prima di mollare gli ormeggi per qualche giorno di riposo. Quindi, con buona pace della nostra casalinga che rischia di perdersi la messa di Natale e dei negozianti, i broadcaster decidono di andare a testa bassa su una data che alla fine va bene solo a loro. Ne hanno facoltà, beninteso. Ma il bene del consumatore e della filiera sono tutt’altro.

 

Il nodo della comunicazione: sarà rigorosa, paracula o “terroristica”?

Bene, anzi benissimo che sia prevista una campagna informativa a favore del pubblico. Sappiamo però per esperienza recente che campagne informative “imprecise” o incomplete hanno portato in discarica centinaia di migliaia di TV che oggi starebbero ancora funzionando; e avrebbero funzionato anche l’anno prossimo.

Volendo essere analitici, i casi sono tre:

CAMPAGNA RIGOROSA – La campagna, pur nel rispetto dei soliti microtempi televisivi, fa capire che si spengono solo i canali MPEG2 attualmente al 501 e seguenti. Una campagna di questo tipo, tra l’altro, potrebbe essere fatta con un crawler 24/7 sui canali in questione e basta e funzionerebbe alla perfezione.

 

CAMPAGNA “PARACULA” – La campagna non dice nulla di falso ma omette qualche particolare chiave. Per esempio dice che il 20 di dicembre si spegneranno alcuni canali (ma non specifica chiaramente quali) e invita a verificare il proprio TV per non farsi prendere alla sprovvista, e così via. Quanto basta per spingere qualche dubbioso a una sostituzione non così necessaria né urgente.

 

CAMPAGNA “TERRORISTICA” – La campagna va un po’ oltre il dovuto e parla di cambiamento di sistema televisivo in atto, mischiando artatamente la scadenza del 20 dicembre con il DVB-T2 in arrivo da gennaio 2023 (cosa che non avverrà certo in quella scadenza), magari invitando a verificare sui canali 100 e 200 la compatibilità del TV con i nuovi standard. 20 milioni di italiani scoprirebbero così di avere altrettanti TV obsoleti da sostituire con urgenza, senza che questo sia vero.

 

Qualunque sia la scelta di comunicazione, i lettori abituali di DDAY.it sono in una botte di ferro, essendo stati ben informati nei mesi e negli anni precedenti ed essendo oramai pronti a conseguire la laurea in “switch-off e banda 700”. Ma che ne è di tutti gli altri? E soprattutto, che ne è della disponibilità di TV nei negozi?

Più volte la filiera distributiva ha chiarito di aver bisogno di almeno 4 mesi per poter organizzare un passaggio di switch-off che comporti un sensibile aumento delle vendite rispetto ai flussi abituali. Se la campagna informativa partirà a fine ottobre, i mesi disponibili saranno soltanto due. Ma soprattutto, nessun retailer assennato si azzarderebbe a fare extra-scorte prima di aver valutato il tenore della comunicazione che verrà fatta.

 

Parliamoci chiaro: una campagna rigorosa (del primo tipo, per intenderci) non porterebbe grandi vendite aggiuntive, soprattutto tra i TV. Lo spegnimento dei canali 501 e seguenti probabilmente impatta su quel pubblico così tecno-resistente da non aver cambiato ancora TV e che troverà la soluzione in 19 euro di decoder. Tutti gli altri, che vedono Rai Uno al numero 1, sarebbero fermi e penserebbero ai problemi delle bollette.

Ma se la campagna fosse del secondo o addirittura del terzo tipo, si innescherebbe comunque un buon flusso di vendite, tanto da mandare in crisi la filiera distributiva. Ogni ulteriore considerazione sul combinato disposto tra questo effetto e la settimana di Natale sarebbe a questo punto superfluo.

 

Il mercato si interroga e non capisce

Il nostro telefono in queste ore squilla sovente: dall’altra parte operatori di mercato – produttori e rivenditori – che cercano un confronto sugli scenari possibili. Noi, detto in piena onestà, giudicheremmo una campagna informativa che non sia più che rigorosa e confinata all’interno dei fatti come lesiva al diritto dei consumatori di non essere dei tecnici esperti e anche poco consona alla sensibilità ambientalista oramai diffusa. Non si invochino i 15 secondi degli spot o le esigenze televisive: c’è modo di parlare chiaro e volendo, come abbiamo già detto, c’è anche modo di parlare ai soli utenti impattati, utilizzando proprio i canali che andranno a spegnersi. Chi scriverà la campagna informativa si assumerà la responsabilità politica del tipo di comunicazione fatta, anche in considerazione della fase di oggettiva difficoltà che i bilanci familiari stanno passando.

Ma non si può non capire anche i negozianti: chi vende certamente non si tira indietro se c’è da vendere, soprattutto in periodi di magra come questi, con il TV che piazza pesanti segni meno rispetto alle corrispondenti settimane dell’anno passato. Ma tra i rivenditori sono tanti che si chiedono perché non si possano fare le cose per bene, operando con preavvisi congrui e date condivise, almeno per gli addetti ai lavori, che permettano a tutti di fare bene il proprio lavoro.

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Aggiornamento Settembre mux Sicilia

Nel mux TELESPAZIO TV (UHF 21):

passaggio in alta definizione per PERSONA TV (LCN 177) che trasmette anche con il logo di Prima TV HD;

attivata l’emittente TELE ANNA (LCN 190) che trasmette anche con il logo di ANTENNA UNO LENTINI:

 

Nel mux Rai Way (UHF 42) di 1′ livello l’emittente 6 SESTARETE TV (LCN 81) ha iniziato a trasmettere in HD:

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