Radio-Tv. Smembramento Rete 12 per DAB: verso sì di Agcom a MIMIT, ma strada è ancora in salita perché occorreranno condizioni per attuazione

Fonte: www.newslinet.com/radio-tv-smembramento-rete-12-per-dab-verso-si-di-agcom-a-mimit-ma-strada-e-ancora-in-salita-perche-occorreranno-condizioni-per-attuazione
 

Verso lo smembramento della rete DTT n. 12 per destinare le frequenze VHF al DAB e le UHF agli operatori di rete televisivi (locali).
Da rumors raccolti da NL, Agcom avrebbe espresso assenso alla richiesta del MIMIT di sfruttare le risorse della dodicesima rete nazionale del digitale televisivo terrestre.
Ma per procedere occorrerà un vettore normativo, idealmente costituito da una norma inserita nella legge di Bilancio 2025, che possa prevedere la ridestinazione per la radio digitale delle frequenze VHF della rete 12 e quelle UHF per il potenziamento della distribuzione televisiva locale.

 

Sintesi

In data 12 novembre il Ministero delle imprese e del made in Italy, dopo le continue sollecitazioni degli operatori di rete locali, aveva chiesto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di valutare la ridestinazione (attraverso ripianificazione) al servizio radiofonico in DAB+ delle frequenze in banda VHF-III originariamente previste per la rete nazionale n. 12 (a 5 anni di distanza mai assegnata, stante il disinteresse evidente dei network provider, di cui diremo di seguito), considerata l’insufficienza di risorse per la radio digitale via etere, quantomeno per le aree tecniche oggetto di beauty contest del Veneto (dove è previsto una competizione per la rete locale n. 1), Toscana (per la rete locale n. 1), Lazio (per la rete locale n. 2), Campania (per la rete locale n. 3) e soprattutto Puglia (per le reti locali n. 1 e 2).
Agcom, per parte propria, aveva iscritto la richiesta del MIMIT all’ordine del giorno odierno, con la seguente questione: “Richiesta di parere del Ministero delle Imprese e del Made in Italy in merito al reperimento di ulteriori risorse da destinare alle reti locali DAB+ in aree con maggiore domanda, mediante la ri-destinazione di parte delle frequenze del mux televisivo n. 12”.
A quanto risulta a NL, la decisione assunta da Agcom sarebbe favorevole, ma ad alcune condizioni.

 

Agcom: sensibilità verso il comparto radiofonico locale

Anzitutto, sembrerebbe che la sensibilità di Agcom sia stata correttamente incanalata verso il comparto radiofonico locale, atteso che quello nazionale – controversia giudiziali tra RAI ed Eurodab a parte – risulti sostanzialmente appagato (RAI ha richiesto integrazioni limitatamente ad alcuni territori, sicuramente marginali rispetto alle esigenze dei consorzi locali), mostrando un generale riscontro positivo alla richiesta del MIMIT.

 

Tutela dei nativi digitali

E ciò non tanto, e non solo, nei confronti dei concessionari soci dei consorzi DAB, ma anche dei veri penalizzati dalla questione: i nativi digitali (le cui richieste di veicolazione possono essere soddisfatte solo dopo quelle dei soci).

 

Risorse anche per gli operatori di rete televisivi locali

Come aveva suggerito Newslinet tempo fa, oltretutto, lo smembramento della rete 12 metterebbe a disposizione anche risorse UHF importanti (come il canale 28 in Lombardia), che potrebbero aumentare la capacità trasmissiva a favore di fornitori di servizi di media audiovisivi locali, ed anche su tale punto Agcom avrebbe mostrato un’apertura.

 

I passi

Tuttavia la formalizzazione di un assenso di massima di Agcom al Ministero sarebbe solo il primo passo di un iter inevitabilmente articolato (e quindi dilatato nel tempo) che prevede la definitiva, motivata, archiviazione della procedura di cui alla delibera 25/23/CONS per consentire la ripianificazione della rete 12 smembrata nella destinazione per PNAF DAB.

 

Lo smembramento della rete 12 nella legge di Bilancio 2025?

Una decisione formale che potrebbe essere adottata solo attraverso un provvedimento ministeriale apicale o, più plausibilmente ed efficacemente, con un intervento legislativo generale (come, per esempio, la legge di Bilancio 2025) oppure ad hoc.

 

La genesi dell’abbandono della rete 12

Ma come si è arrivati al parcheggio della rete 12 di cui ora, giustamente, s’invoca un opportuno smembramento? Data la complessità della questione effettuiamo un recap, partendo proprio dalla Delibera n. 25/23/CONS del 08/02/2023, assunta da Agcom all’esito della consultazione pubblica indetta con la delibera n. 366/22/CONS, che aveva definito la nuova procedura per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la 12^ rete del servizio di radiodiffusione digitale terrestre, secondo quanto previsto all’art. 10, comma 4, della delibera n. 65/22/CONS.

 

Il merito della Delibera n. 25/23/CONS

Il provvedimento stabiliva la procedura per il rilascio del diritto d’uso delle frequenze televisive per la 12^ rete del PNAF, rimasto inassegnato al termine delle procedure di cui alla delibera n. 129/19/CONS e della delibera n. 65/22/CONS.

 

Nessun accordo tra Retecapri ed Europa 7

Al momento della pubblicazione del provvedimento cessava quindi la possibilità di applicazione dell’art. 2, comma 2, lett. b), della delibera n. 129/19/CONS. Sul punto, ricordiamo che gli operatori di rete nazionali Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino (nota come Retecapri) ed Europa Way (conosciuta come Europa 7), cui in occasione del refarming della banda 700 MHz sarebbe spettato mezzo mux a testa (con un diritto d’uso specifico in capo ad una ed uno generico per lo sfruttamento del 50% della capacità all’altra), nonostante diversi tentativi, non avevano infatti concluso un accordo per la gestione condivisa della 12^ rete in ambito nazionale.

 

L’invito formale del Ministero

Conseguentemente, l’allora Mise, in data 20/05/2022, aveva inviato ai due player una lettera di invito a presentare un’offerta per l’assegnazione dell’unico diritto d’uso delle frequenze pianificate per la suddetta rete.

 

Niente di fatto

Appello, tuttavia, che non aveva condotto ad una definizione consensuale della procedura, con la conseguente presa d’atto di Agcom.

 

Assegnazione diritto d’uso 12^ rete nazionale

La quale aveva pertanto adottato un provvedimento che prevedeva che il diritto d’uso, utilizzabile esclusivamente per l’offerta dei servizi previsti con le frequenze pianificate dal PNAF, fosse assegnato mediante procedura comparativa onerosa senza rilanci competitivi.

 

Apertura ai nuovi entranti

Una procedura cui avrebbero avuto titolo di partecipare tutti i soggetti interessati, anche nuovi entranti nel mercato dell’offerta di capacità trasmissiva su reti digitali terrestri, in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara, ad eccezione dei soggetti con divieto di partecipazione.

 

Apertura a consorzi

La delibera stabiliva altresì la partecipazione di società consortili di cui all’art. 2602 del Codice civile, a condizione che assumessero, a pena di esclusione e revoca, anche successivamente all’aggiudicazione e comunque prima del rilascio dei diritti d’uso, la forma di società di capitali secondo quanto stabilito dall’art. 2615-ter del codice civile (oltre ovviamente a rispettare gli ulteriori requisiti previsti).

 

Novità per la 12^ rete

Fatto sta che, successivamente, non si erano registrati altri provvedimenti sul tema (qui per consultare la delibera n. 25/23/CONS).

Aggiornamenti Novembre Mux Sicilia

Radio. Cosa sta dietro a richiesta di RAI di ottenere frequenze aggiuntive per rete nazionale n. 1 presentata al MIMIT e vagliata da Agcom?

Come preannunciato, abbiamo approfondito la curiosa richiesta al MIMIT di RAI di ottenere frequenze aggiuntive per l’implementazione della rete nazionale DAB n. 1, posta all’Ordine del giorno del Consiglio Agcom del 09/10/2024).
Prima di addentrarci nella complessa ricostruzione di possibili fondamenti della richiesta, effettuiamo, come di consuetudine, un doveroso recap.

 

Sintesi

Ha destato particolare interesse nel settore la nostra notizia di venerdì sulla richiesta al Ministero delle imprese e del made in Italy da parte di RAI di ottenere frequenze aggiuntive per la propria rete DAB, posta all’Ordine del giorno del Consiglio Agcom del 09/10/2024 (per il conseguimento di parere richiesto dal MIMIT).
Nell’anticipazione di fine settimana, avevamo evidenziato come non fosse dato di sapere di cosa si trattasse (stante la ristretta formulazione), anche se pareva probabile che l’oggetto – le frequenze aggiuntive – fosse un pacchetto di risorse frequenziali, tra i due disponibili, adatto per l’implementazione delle reti DAB. Parliamo, nello specifico, di quelle frequenze non richieste in sede di manifestazione di interesse dai consorzi di radio locali in alcuni bacini di utenza in occasione dei bandi DAB e quindi non assegnate e di quelle accantonate per la rete nazionale n. 12 DTT, originariamente destinata ai televisivi sebbene composta di impianti VHF in molte regioni italiane, che però l’avevano ripetutamente snobbata (stanti i ripetuti tentativi di attribuzione). E, in effetti, così potrebbe essere, quantomeno per una delle nostre ipotesi.

 

Le verifiche di NL

In realtà, dopo approfondimenti, potrebbe trattarsi anche di un tertium genus o, più probabilmente, di un mix di opzioni. Intanto diciamo che, da quanto ricostruito da NL, la richiesta di RAI di avere frequenze aggiuntive sarebbe finalizzata alla differenziazione della programmazione per esigenze legate alle minoranze linguistiche in alcune aree del territorio nazionale (come la provincia autonoma di Trento ed il Friuli Venezia Giulia) e punterebbe, da una parte, a sfruttare risorse previste dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze di Agcom ai consorzi di emittenti locali, ma non richieste dagli stessi (come accaduto nelle Marche) e, dall’altra, di utilizzare blocchi di frequenze assegnati all’Italia dall’accordo di Ginevra 2006 ma non pianificati (cioè inclusi nel PNAF) da integrare alla rete nazionale n. 1 assegnata alla concessionaria pubblica. Attribuzione peraltro contestata e sub judice avanti al TAR Lazio, posto che RAI riteneva di aver diritto alla rete n. 3, assegnata invece al consorzio Eurodab Italia.

 

Le conseguenze di un accoglimento della richiesta di integrazione frequenziale di RAI

L’accoglimento della richiesta di RAI nella sua interezza consentirebbe alla stessa di uniformare la rete nazionale n. 1 alle proprie esigenze, superando così le doglianze a fondamento del ricorso avanti ai giudici amministrativi. Sul punto, ricordiamo infatti che il Ministero delle imprese e del made in Italy ha pubblicato il 21/05/2024 gli esiti della procedura di assegnazione del diritto d’uso della rete nazionale DAB+ n. 3, ai sensi della delibera AGCOM 286/22/CONS, indicando come assegnataria l’attuale esercente del diritto d’uso precedentemente assentito, Eurodab Italia. Così completando il quadro nazionale, che vede attribuita al consorzio DAB Italia la rete n.2, ad Eurodab Italia la n.3 e a RAI, appunto, la n. 1.

 

Diritti compressi

Tuttavia, sul lato opposto, l’assenso allo sfruttamento delle risorse richieste da RAI ridurrebbe ulteriormente il margine di manovra per i consorzi di radio locali, che vedrebbero depauperata la propria provvista frequenziale, considerato che, seguendo il percorso del refarming della banda 700 MHz (che costituisce all’evidenza un precedente giuridico inequivocabile), le reti DAB per le quali non è stata espressa manifestazione d’interesse da parte dei partecipanti dovrebbero essere comunicate ad Agcom, a conclusione dell’intero iter di assegnazione (quindi dopo i beauty contest), al fine di definire i successivi adempimenti di competenza (dei quali l’ultima ratio è la destinazione ad usi non previsti dal PNAF).

 

Il precedente televisivo

Per esempio, nel caso televisivo, richieste di impiego per risolvere problematiche interferenziali sulle reti di 1° e 2° livello DTT erano state rigettate (peraltro per motivazioni tuttora sub judice avanti alla giustizia amministrativa).

 

Inevitabile deriva contenziosa

Difficile, quindi, che l’accoglimento della richiesta di frequenze aggiuntive da parte del MIMIT a seguito di un parere favorevole di Agcom potrebbe non essere impugnato dai consorzi delle radio locali e probabilmente dagli operatori di rete televisivi areali che si erano visti negate analoghe istanze (perché così si conclamerebbe una disparità di trattamento).

 

Meglio la rete 12

Piuttosto, l’occasione sarebbe utile per sfruttare le grandi possibilità offerte dal diverso utilizzo della rete nazionale DTT n. 12, inutilizzata da oltre due anni per disinteresse degli operatori tv, la cui decomposizione (4 blocchi DAB per i canali VHF III, destinati a tale rete in numerose regioni italiane) consentirebbe, non solo di risolvere il problema di RAI (definendo anche il contenzioso con Eurodab Italia), ma anche, attraverso un’accorta ripianificazione integrativa, la quasi totalità di quelli dei consorzi locali in zone radioelettricamente problematiche tra Veneto, Emilia Romagna e Puglia.

 

Le vicende DTT

Circa la vicenda della rete tv nazionale inassegnata, ricordiamo che, con Delibera n. 25/23/CONS del 08/02/2023, Agcom, all’esito della consultazione pubblica (indetta con delibera n. 366/22/CONS), aveva infatti definito la nuova procedura per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la 12′ rete del servizio di radiodiffusione digitale terrestre, secondo quanto previsto all’art. 10, comma 4, della delibera n. 65/22/CONS.

 

Il merito della Delibera n. 25/23/CONS

Il provvedimento stabiliva la procedura per il rilascio del diritto d’uso delle frequenze televisive per la 12^ rete nazionale del PNAF, rimasto inassegnato al termine delle precedenti procedure di cui alle delibere n. 129/19/CONS e n. 65/22/CONS. Al momento della pubblicazione del provvedimento cessava quindi la possibilità di applicazione dell’art. 2, comma 2, lett. b), della delibera n. 129/19/CONS.

 

Per la lettura completa è possibile consultare il link: www.newslinet.com/radio-cosa-sta-dietro-a-richiesta-di-rai-di-ottenere-frequenze-aggiuntive-per-rete-nazionale-n-1-presentata-al-mimit-e-vagliata-da-agcom