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Chiude dopo oltre 40 anni Tele Radio Sciacca – La lettera della proprietà

Fonte: www.teleradiosciacca.it/chiude-dopo-oltre-40-anni-tele-radio-sciacca-la-lettera-della-proprieta
 

É terminata in queste ore una lunga avventura durata oltre 40 anni chiamata Tele Radio Sciacca.

Sono stati più di quarant’anni fatti di informazione, spettacolo, cultura e intrattenimento in un contesto cittadino che ha meritato di essere raccontato con dettaglio, attenzione e rispetto.

Tele Radio Sciacca interrompe le trasmissioni con dolore al termine di una lenta ma inesorabile agonia, iniziata a causa di scelte scriteriate prese da governanti che hanno preferito tutelare interessi personali e partitici, piuttosto che tenere in vita la libertà di pensiero, la comunicazione indipendente e la democrazia.

Tele Radio Sciacca interrompe le trasmissioni anche a causa dell’evoluzione del mondo della comunicazione sempre più attento a propinare contenuti mordi e fuggi distruggendo invece l’informazione sana e approfondita.

Per raccontare di ciò che è stato non basterebbe un libro intero. Per questo non ci dilungheremo, ma permetteteci soltanto di ringraziare tutti coloro i quali hanno scritto anche la più piccola pagina nella storia di questa emittente locale che per anni è stata un punto di riferimento cittadino, provinciale e regionale.

Un ringraziamento infine a tutti i telespettatori che, in questo lunghissimo periodo, hanno deciso di seguire la programmazione della nostra emittente.

Siamo orgogliosi di essere stati ospiti, per oltre 40 anni, delle vostre case.

Nuccy Piro

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Radio. DAB, mettetevi comodi: attribuzione diritti d’uso (nazionali e locali) andrà per le lunghe. Per questo si estendono le sperimentazioni

Fonte: www.newslinet.com/radio-dab-mettetevi-comodi-attribuzione-diritti-duso-nazionali-e-locali-andra-per-le-lunghe-per-questo-si-estendono-le-sperimentazioni
 

Non che non fosse chiaro dall’inizio che la procedura di assegnazione dei diritti d’uso per la radio digitale via etere (DAB+) sarebbe andata per le lunghe.
Tuttavia ora la conferma che la stabilizzazione è di là a venire è nei fatti: due dei tre diritti d’uso nazionali sono controversi, con un beauty contest tra due operatori per la rete nazionale n. 3 che quasi certamente finirà avanti al TAR adito dal perdente. E per il settore locale la situazione è ancora più arretrata.

Specificamente con la procedura di manifestazione d’interesse per il Lazio di cui non si hanno notizie, mentre in Emilia Romagna c’è stato solo un aggiornamento delle manifestazioni d’interesse.

 

Sperimentazioni

Forse proprio per questo motivo, il Ministero delle imprese e del made in Italy, con buon senso, ha ripreso a rilasciare autorizzazioni sperimentali ai consorzi DAB locali, evidentemente consapevole della necessità di limitare la pericolosa progressiva sperequazione che si sta creando tra radio nazionali ed emittenti areali.

 

Sperequazione tra locali e nazionali

Con le nazionali, infatti, comunque in onda con copertura significative e possibilità di integrazione esclusivamente demandate dalla volontà e capacità di attuarla e le locali, invece, limitate forzatamente nell’illuminazione (attraverso titoli sperimentali fortemente concentrati) e congelate in un limbo per un tempo indefinito.

 

La situazione

Val la pena, a questo punto, di tracciare il quadro complessivo della situazione.

 

Quadro nazionale

Dopo la manifestazione d’interesse, nelle scorse settimane è stata avviata la procedura che condurrà al beauty contest per l’assegnazione dei diritti d’uso DAB per le reti nazionali 1 e 3 tra i due contendenti che non hanno trovato un accordo preventivo.
Il tutto disciplinato a un avviso pubblicato dal MIMIT il 25/01/2024 che fissa la domanda di partecipazione entro il 08/03/2024.

 

Sintesi

Con avviso pubblico del 25/01/2024, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha indetto la procedura volta all’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze in banda VHF-III pianificate per le reti nazionali 1 e 3 per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+, ai sensi della delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni n. 286/22/CONS “Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda VHF-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+ (PNAF-DAB)”.

 

Partecipazione alla procedura per l’assegnazione delle reti nazionali 1 e 3

La domanda di partecipazione deve essere trasmessa entro il termine perentorio delle ore 23.59 del giorno 08/03/2024.

 

Biglietto per il TAR prenotato

Posto che i due contendenti (RAI ed Eurodab Italia) si contendono la rete nazionale n. 3 (ritenuta più performante) possiamo dare per scontato che il mancato assegnatario impugnerà al TAR l’esclusione (passaggio già avvenuto in sede di attribuzione diretta, annullata con rimessione a bando), con conseguente timbro di indefinitività dell’attribuzione del diritto d’uso.

 

Quadro locale

E se per la definizione della situazione nazionale c’è da mettersi comodi, procede più lentamente del previsto anche l’esame ministeriale delle manifestazioni d’interesse formulate dai consorzi DAB locali.

 

Accordo e stallo

Mentre è stato trovato un accordo per l’Emilia Romagna su un diritto d’uso richiesto da più d’un consorzio, con la conseguenza che il MIMIT ha pubblicato un nuovo elenco di manifestazioni d’interesse, ancora nulla emerge per il Lazio.

 

Emilia Romagna

Il Ministero delle imprese e del made in Italy ha pubblicato il nuovo elenco delle manifestazioni di interesse delle società consortili ammesse alla procedura per l’assegnazione dei diritti d’uso per le reti pianificate sui bacini di utenza locale ad operatori di rete DAB+, ai sensi della delibera Agcom 286/22/CONS, per il bacino d’utenza n. 8 Emilia-Romagna.

 

L’accordo

L’aggiornamento consegue all’accordo sottoscritto da due consorzi a valle della seduta pubblica del 28/11/2023.

 

Graduatorie per bacini di utenza (BU)

A seguito dell’aggiornamento del 22/12/2023, sono stati pubblicati gli elenchi delle manifestazioni di interesse delle società consortili ammesse alla procedura per l’assegnazione dei diritti d’uso DAB+ (ormai conclusa in tutti i bacini italiani).

 

I documenti originari e aggiornati dell’Emilia Romagna

 

I documenti di Marche e Sardegna

 

Lazio

Non è chiaro cosa stia invece rallentando l’esame delle manifestazioni per il Lazio.

 

Rumors

Secondo alcuni rumors, il ritardo sarebbe da ricondurre a problemi legati alla composizione dei consorzi partecipanti, per cui sarebbero in corso accertamenti approfonditi da parte del Ministero.

 

La procedura

Ricordiamo che il Ministero delle imprese e del made in Italy – Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, Radiodiffusione e Postali (DGSCERP), ha indetto una procedura per l’assegnazione ad operatori di rete di diritti d’uso di frequenze per il servizio di radiodiffusione sonora terrestre in tecnica digitale, di cui al PNAF-DAB, in attuazione della disciplina stabilita dall’allegato A alla delibera n. 664/09/CONS.

 

I primi bacini

Le prime procedure avevano riguardato i bacini d’utenza n. 8 Emilia Romagna –  n. 11 Marche – n. 12 Lazio – n. 20 Sardegna.

 

La domanda

L’Avviso era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 129 del 05/06/2023. La domanda di partecipazione alla procedura doveva essere presentata alla Divisione III della Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica di Radiodiffusione e Postali.

 

L’iniziale scadenza

La scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione era il 04/08/2023.

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Aggiornamenti Gennaio Mux Sicilia

Nel mux TELESPAZIO TV (UHF 21):

aggiunto il logo di TURISMO TV SICILIA sulla LCN 80 identificata TVZ;

passaggio in alta definizione e logo leggermente modificato per GS CHANNEL – Made in Calabria sulla LCN 83 denominata RETE REGGIO;

modificato l’identificativo di ADN 24 in ADN 24 SICILIA (LCN 111) e convertito il canale in HD;

inserito MEDIA SUD (LCN 211).

 

Nel mux Rai Way (UHF 32) di 2′ livello:

passaggio in alta definizione per VIDEOSICILIA (LCN 93);

eliminato SICILIA TV 2 (LCN 99):

 

Composizione aggiornata:

TVM (LCN 19) [trasmette in HD]
BELLA TV (LCN 75) [trasmette in HD]
VINTAGE RADIO TV (LCN 76) [trasmette in HD]
RMK TV (LCN 80) [trasmette in HD]
RETECHIARA (LCN 82)
LA TR3 (LCN 83) [trasmette in HD]
TFN (LCN 84) [trasmette in HD]
ALPAUNO (LCN 86)
TELESUD TRAPANI (LCN 88) [trasmette in HD]
TELEIBLEA (LCN 89) [trasmette in HD]
TRC TELE RADIO CANICATTI’ (LCN 91)
Televideo Agrigento (LCN 92)
VIDEOSICILIA (LCN 93) [trasmette in HD]
Tele Radio Studio 98 (LCN 95)
AGTV (LCN 97)
TELEVALLO (LCN 115)
TELE 8 (LCN 117)
Canale 8 (LCN 184)
TV EUROPA (LCN 185)

 

Nel mux Rai Way (UHF 42) modificato il logo di TELERENT 7GOLD (LCN 15) e Video Mediterraneo (LCN 17) e rinominato nuovamente REITV in REI TV (LCN 18).

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DTT. Confermata da RAI indiscrezione NL: conversione mux B slitta a settembre 2024. O gennaio 2025. Ammesso che la sperimentazione si faccia

Fonte: www.newslinet.com/dtt-confermata-da-rai-indiscrezione-nl-conversione-mux-b-slitta-a-settembre-2024-o-gennaio-2025-ammesso-che-la-sperimentazione-si-faccia
 

L’indiscrezione di NL di qualche settimana fa a riguardo del notevole spostamento in là nel tempo della conversione del mux B in T2 è stata confermata da RAI: se ne riparla a settembre 2024.
“Confermo il passaggio di un MUX Rai al DVB-T2 a settembre“, ha dichiarato infatti il 26 gennaio a Bologna, a margine di un evento al Corecom, Stefano Ciccotti, direttore tecnico di RAI.
Data sulla quale, però, secondo alcuni dei presenti, non sembra esserci convinzione assoluta.
Del resto, già nel nostro spoiler sulla decisione RAI avevamo prospettato l’ipotesi che si andasse direttamente a gennaio 2025.
Anche se il vero problema non è nemmeno questo, visto che una sperimentazione di pochi mesi prima del passaggio integrale del sistema al T2 non avrebbe più senso. Cosicché…

 

La sfera di cristallo

Non ci voleva la sfera di cristallo: dopo il naufragio dell’idea di impiegare transitoriamente l’inassegnata rete nazionale n. 12, era apparso decisamente improbabile che RAI convertisse come da informale programma il mux B al T2 dal 10/01/2024.
Così si era parlato prima di uno spostamento a marzo 2024, poi a giugno ed infine a settembre.
Ma questo, vedrete, non sarà l’ultimo: probabilmente se ne riparlerà a gennaio 2025. O forse non se ne parlerà affatto.

 

Sintesi

Qualche settimana fa, alcune fonti riservate interpellate da NL avevano riferito che, a prescindere dalle previsioni del nuovo contratto di servizio RAI-MIMIT, la conversione in DVB-T2 del mux B sarebbe slittata ulteriormente. Specificamente collocandosi a settembre 2024.
E qualche giorno fa RAI lo ha confermato direttamente.

 

L’obbligo di avvio delle trasmissioni T2

Il nuovo contratto di servizio tra RAI e Ministero delle imprese e del made in Italy (2023-2028), prossimo alla pubblicazione in GU dopo alcuni passaggi tecnici formali, recependo prescrizioni precedenti, avrebbe dovuto imporre che da gennaio 2024 (dal 10 gennaio, per la precisione) uno dei mux della concessionaria pubblica (presumibilmente il mux B) fosse convertito da DVB-T  in DVB-T2.

 

Slittamento a settembre 2024

Tuttavia, stante l’esigenza di conciliare la continuità di ricezione dei contenuti da parte della popolazione con quella di attuare il processo di adeguamento tecnologico, la decorrenza della conversione sarà posticipata di diversi mesi dopo l’entrata in vigore del contratto RAI–Ministero (a prescindere dalle previsioni dello stesso), collocandosi a settembre 2024.

 

Rischio audience sportiva

Troppo alto, infatti, il rischio di incidere sugli eventi sportivi degli Europei di calcio (14 giugno/14 luglio) e delle Olimpiadi 2024 (26 luglio/11 agosto).

 

Sistema studiato per T2 attivo in T1 da 3 anni

Ricordiamo che la conversione del mux è finalizzata a favorire la migrazione del sistema post refarming della banda 700 MHz, studiato per il T2 ma operativo, coi limiti del caso, sia di diffusione che di capacità trasmissiva, in T1.

 

T2 non significa necessariamente HEVC

La conversione in T2, è bene precisarlo, non necessariamente comporta l’adozione dello standard HEVC (acronimo di High Efficiency Video Coding, standard di compressione video approvato nel 2013, erede dell’H264/MPEG-4 AVC), per il quale non ci sono obblighi temporali di adozione.

 

I penalizzati

Tuttavia, da subito è stato valutato che convertire un intero mux in T2 (non si può operare sui singoli contenuti) comporterà l’irricevibilità dei canali trasportati a quell’utenza priva di tv/decoder adeguati al relativo standard (sono T2 ready i tv venduti dal 2017 in poi), penalizzando così una quota rilevante di pubblico (8,4 mln di famiglie, secondi i dati Auditel-Censis), con discriminazioni per quest’ultimo e per la RAI stessa.

 

Aiuto ai concorrenti

La quale subirebbe un calo d’ascolto dei contenuti veicolati sul multiplexer convertito (da T1 a T2) a vantaggio dei concorrenti privati (Mediaset in primis).

 

Nessuna proroga alla sperimentazione

Posticipare la sperimentazione, però, non si potrebbe, considerato che la fase transitoria avviata col refarming dovrebbe comunque concludersi entro il 2025 (quando l’intero sistema dovrà migrare in T2). Di qui l’ipotesi di spostarsi progressivamente nel corso del 2024.

 

La risorsa inutilizzata

Per conciliare l’esigenza, si era prima pensato di sfruttare una risorsa inutilizzata: quella della 12^ rete nazionale, da quasi due anni nel cassetto e sulla cui destinazione finale (radio o tv) si discute da tempo, con tanto di provvedimenti interlocutori di Agcom.

 

La 12^ rete nazionale

Con la Delibera n. 25/23/CONS del 08/02/2023, Agcom, all’esito della consultazione pubblica indetta con la delibera n. 366/22/CONS, aveva infatti definito la nuova procedura per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la 12^ rete del servizio di radiodiffusione digitale terrestre, secondo quanto previsto all’art. 10, comma 4, della delibera n. 65/22/CONS.

 

Il merito della Delibera n. 25/23/CONS

Il provvedimento stabiliva la procedura per il rilascio del diritto d’uso delle frequenze televisive per la 12^ rete nazionale del PNAF, rimasto inassegnato al termine delle precedenti procedure di cui alle delibere n. 129/19/CONS e n. 65/22/CONS. Al momento della pubblicazione del provvedimento cessava quindi la possibilità di applicazione dell’art. 2, comma 2, lett. b), della delibera n. 129/19/CONS.

 

Nessun accordo tra Retecapri ed Europa 7

Sul punto, ricordiamo che gli operatori di rete nazionali Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino (nota come Retecapri) ed Europa Way (conosciuta come Europa 7), cui in occasione del refarming della banda 700 MHz sarebbe spettato mezzo mux a testa, nonostante diversi tentativi, non avevano infatti concluso un accordo per la gestione condivisa della 12^ rete  in ambito nazionale.

 

L’invito formale del Ministero

Conseguentemente, l’allora Mise, in data 20/05/2022, aveva inviato ai due player una lettera di invito a presentare un’offerta per l’assegnazione dell’unico diritto d’uso delle frequenze pianificate per la suddetta rete.

 

Niente di fatto

Appello, tuttavia, che non aveva condotto ad una definizione consensuale della procedura, con la conseguente presa d’atto di Agcom.

 

Assegnazione diritto d’uso 12^ rete nazionale

La quale aveva pertanto adottato un provvedimento che prevedeva che il diritto d’uso, utilizzabile esclusivamente per l’offerta dei servizi previsti con le frequenze pianificate dal PNAF, fosse assegnato mediante procedura comparativa onerosa senza rilanci competitivi. Una procedura cui avrebbero avuto titolo a partecipare tutti i soggetti interessati, anche nuovi entranti nel mercato dell’offerta di capacità trasmissiva su reti digitali terrestri, in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara, ad eccezione dei soggetti con divieto di partecipazione.

 

Novità per la 12^ rete

Fatto sta che, successivamente, non si erano registrati altri provvedimenti sul tema (qui per consultare la delibera n. 25/23/CONS). Di qui era nata l’idea di sfruttare transitoriamente la rete per la sperimentazione.

 

Attribuzione transitoria

Ovviamente RAI non pretendeva un’attribuzione definitiva della risorsa frequenziale della 12^ rete nazionale, considerato che ciò non sarebbe stato possibile per vincoli sul numero di reti, ma uno sfruttamento temporaneo, nelle more della decisione finale sul suo impiego, così salvando capra (mux B) e cavoli (obbligo di sperimentazione).

 

I malumori

Tuttavia, dopo la pubblicazione di questa ipotesi, molte sarebbero state le contestazioni a riguardo di una disparità di trattamento che si sarebbe verificata, considerato che le risorse della rete 12 erano già state richieste in precedenza per la soluzione di problemi di coordinamento delle frequenze assentite col refarming o per la radio digitale (DAB+). Con conseguente archiviazione della possibilità e ripristino dell’obbligo di conversione di un mux esistente.

 

Settembre 2024, anzi gennaio 2025, già che ci siamo

Ma non subito. Probabilmente a settembre 2024. Anzi, non prima di settembre 2024. Cioè a gennaio 2025.

 

Testa di ponte

Ma, come dicevamo in apertura, il problema non è tanto questo, quanto il fatto che RAI dovrebbe essere la testa di ponte della conversione integrale del sistema televisivo digitale terrestre al T2, che, come scritto, dovrebbe concludersi nel 2025.

 

Cui prodest?

Ma se, concretamente, RAI non convertirà il mux B da destinare alla sperimentazione prima del settembre 2024 e probabilmente lo farà a gennaio 2025, che senso avrebbe una sperimentazione di pochi mesi? Tanto varrebbe, a questo punto, switchare l’intero comparto tutto insieme.

 

Switch-off. Definitivo

Oppure, come dice qualcuno a denti stretti, non farlo affatto, visto che le smart tv effettivamente connesse in Italia sono ormai oltre 21 milioni e conseguentemente il DTT, T1 o T2 che sia, perde sempre più interesse.

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