DTT. Il nodo delle limitazioni al servizio degli impianti provinciali ai fini del riconoscimento degli indennizzi per la liberazione della banda 700 MHz

 

Sta facendo discutere in queste ultime settimane la problematica sottesa alle limitazioni d’esercizio degli impianti DTT provinciali, che, secondo indiscrezioni, potrebbero essere indennizzati al 50% della somma prevista (pare intorno a 0,36 euro per abitante residente in base al dato ISTAT), ingenerando il rischio di disparità di trattamento tra limitazioni di portata diversa (per esempio il soggetto che servisse il 70% della provincia avrebbe lo stesso indennizzo di quello che serve solo il 20%).

 

La ratio della norma

Nell’ambito delle procedure volte alla liberazione della banda 700 MHz e nelle more dell’assunzione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico delle informazioni necessarie alla definizione dei presupposti e delle tempistiche per l’erogazione degli indennizzi di cui all’art.1, comma 1039, lett. b) della legge n. 205/2017 e successive modifiche, sono state pubblicate in data 14/02/2020 sul sito istituzionale del dicastero le tabelle degli operatori di rete locali titolari di diritto d’uso delle frequenze nelle regioni italiane.

 

Il peccato originario delle limitazioni

Come noto, taluni diritti d’uso recano l’originaria limitazione (di servizio e quindi di copertura) afferente all’esercizio degli impianti legittimante operanti nei bacini provinciali autorizzati, fermo l’obbligo che insisteva su ciascun operatore assegnatario di presentare al Ministero il proprio progetto di rete sulla frequenza assegnata.

 

Possibile rimozione a seguito attivazioni sopravvenute

Non è peregrina, in tale contesto, la circostanza che molti dei progetti di rete presentati recassero non solo la conversione degli impianti già eserciti dalla tecnica analogica a quella digitale, ma – come previsto dalla vigente normativa – l’estensione e/o l’integrazione del servizio in aree non coperte o parzialmente coperte attraverso l’attivazione di nuovi impianti televisivi”, commenta l’avvocato Stefano Cionini name partner della law firm MCL Avvocati Associati, che cura in esclusiva l’Area Affari Legali della struttura di competenze a più livelli Consultmedia.

 

Procedure complesse

“In molti casi ed in molti procedimenti amministrativi che abbiamo seguito direttamente per conto dei nostri clienti, la competente D.G.S.C.E.R.P., sentita la collaterale D.G.P.G.S.R., ha rilasciato negli anni provvedimenti di rettifica del diritto d’uso e di integrazione del master plan, autorizzando l’attivazione di nuove risorse r.e. ed estendendo o integrando il servizio degli operatori di rete richiedenti. Ebbene, laddove tali nuove attivazioni dovessero aver comportato l’incremento della copertura del servizio dell’operatore di rete in bacini provinciali originariamente limitati ed oggi sostanzialmente integralmente serviti, è opportuno valutare di richiedere al Ministero la rimozione delle limitazioni di servizio, anche ai fini del futuro calcolo dell’indennizzo spettante per il prossimo rilascio del diritto d’uso”.

 

Esame tecnico preventivo

“Data la complessità della questione che deve essere affrontata congiuntamente sul piano tecnico (per la fornitura di elementi probanti a sostegno) e giuridico, come Consultmedia abbiamo predisposto un apposito service per la valutazione preventiva delle singole casistiche”, conclude l’avv. Cionini.
Intanto, nelle prossime settimane, dovrebbe essere reso noto l’elenco dei soggetti che hanno presentato entro il termine del 28/02/2020 la manifestazione d’interesse per la liberazione anticipata dei canali.

 

Aggiornamenti Febbraio Mux Sicilia

Nel mux Antenna Sicilia (UHF 41) è stato eliminato DELUXE 139 (LCN 139).

 

Nel mux Antenna Uno Lentini (UHF 29) è stata eliminata Radio Elleuno Tv (LCN 885) ed inserita l’inedita TELE LEONTINA (LCN 886).

Composizione aggiornata:

Tv Amica Canale 8 (LCN 73)
Antenna Uno Lentini (LCN 119)
Tele Anna (LCN 211)
Telestar (LCN 217)
Tv Acicastello (LCN 272)
Antenna Uno News (LCN 650)
Tele Chiara (LCN 668)
TELE LEONTINA (LCN 886)

La notizia è stata riportata anche dal sito teleradioe.eu.

 

Come segnalato su digital forum, nelle 2 versioni del mux TELE ONE (UHF 59), l’emittente Video One (LCN 196) è passata alla modalità video MPEG-4.

Questa è la composizione attuale trasmessa dalla postazione di Monte Pellegrino a Palermo:

Tele One (LCN 19)
Antenna Uno (LCN 185)
Video One (LCN 196)
Video Palermo (LCN 603)
Palermo News (LCN 605)
Radio One 96.3
RPC 99.9

 

Questa, invece, è la configurazione attiva dai ripetitori di Contrada Carminello a Valverde (Catania) e Monte Lauro a Buccheri (Siracusa), dove fra l’altro è stato aggiunto Radio Touring:

TRM13 (LCN 13)
Telenova (LCN 14)
TELE ONE (LCN 19)
Persona TV (LCN 114)
Antenna Uno Palermo (LCN 185)
Video One (LCN 196)
Teleoasi (LCN 197)
SestaRete 215 (LCN 215)
Tele One HD (LCN 519) [trasmette in SD]
R.Taormina.Tv (LCN 875)
4.0 TV (LCN 882)
Etna Espresso Channel
PrimaTV
Radio Evangelo
Radio Touring
Radio una voce vicina

 

Il canale palermitano Che Tv 91 ha terminato le proprie trasmissioni ed ora viene ripetuta interamente l’emittente musicale RADIO ITALIA ANNI 60 TV.

La seguente modifica è avvenuta in tutta la rete del mux Telerent (UHF 39), nella versione palermitana e agrigentina del mux TV EUROPA e nella composizione del mux 7Gold Stampa Sud (UHF 33), trasmessa dalle postazioni di Contrada Carminello a Valverde (Catania), Contrada Prato a Ragusa, Monte Lauro a Buccheri (Siracusa) e Belvedere a Siracusa e in quella attiva dai ripetitori di Monte San Martino a Capo d’Orlando (Messina), Contrada Chiappazza a Castelmola (Messina) e Contrada Pirarelli a Calanna (Reggio Calabria).

 

Inoltre, nella configurazione del mux 7Gold Stampa Sud (UHF 33), trasmessa dalle postazioni di Contrada Carminello a Valverde (Catania), Contrada Prato a Ragusa, Monte Lauro a Buccheri (Siracusa) e Belvedere a Siracusa è ritornato Canale 77 al posto di 7Gold Telerent sulla numerazione 77.

Situazione attuale:

MATRIX TV Italia 76 (LCN 76)
Canale 77 (LCN 77)
CHE TV (LCN 91) [trasmette RADIO ITALIA ANNI 60 TV]
TELE AMICA (LCN 151)
SHOP 24 (LCN 254)
TCI (LCN 299)
RADIO ITALIA TV HD (LCN 570)
Gold 78 HD (LCN 578) [trasmette in SD – MPEG-4]
CHE TV HD (LCN 591) [MPEG-4 – trasmette RADIO ITALIA ANNI 60 TV in SD]
La Tr3 (LCN 616)
Canale78 Sicilia (LCN 640)
Prima Tv (LCN 666)
TELESPAZIO TV FASHION (LCN 691)
Radio Italia Trend (LCN 717)
RADIO JUKE BOX (LCN 750)
RadioItalia Trend (LCN 777)
RADIO NEWS 24
RADIO RICORDI

 

Nel mux TV EUROPA (VHF 10), attivo esclusivamente dal ripetitore di Monte Pellegrino a Palermo, è stato inserito, nella modalità video MPEG-4, il canale trapanese TELESUD (LCN 118), insieme ad una copia identificata TELESUD HD (LCN 518) che trasmette in definizione standard.

Composizione aggiornata:

TV EUROPA (LCN 87)
Che TV 91. (LCN 91) [trasmette RADIO ITALIA ANNI 60 TV]
TELESUD (LCN 118)
TSEUNO MISILMERI (LCN 199)
Telejato (LCN 273)
TELESUD HD (LCN 518) [trasmette in SD – MPEG-4]
TV EUROPA +1 (LCN 620)
ReteChiara (LCN 813)
GLOBUS Television (LCN 819)

 

Nel mux TV AMICA (UHF 39) è stato spostato CANALE 8 SOCIALE sulla LCN 72 e attivata la versione in alta definizione sulla numerazione 572.
TVF resta visibile solo sulla LCN 614 con l’identificativo TVF+1, mentre sulla posizione 631 è stato aggiunto TMC TELE MONDO CENTRALE FAMIGLIA.

Nuova configurazione:

CANALE 8 SOCIALE (LCN 72)
TV Amica (LCN 73) [trasmette CANALE 8]
Antenna Uno Lentini (LCN 119)
TV ALFA (LCN 187)
CANALE 8 (LCN 192)
TMC TELEMONDOCENTRALE (LCN 198)
CINQUESTELLE (LCN 212)
EURO TV (LCN 213)
CANALE 8 SOCIALE HD (LCN 572)
TV AMICA HD (LCN 573) [trasmette CANALE 8 in HD]
TVF+1 (LCN 614) [trasmette TVF]
TMC TELE MONDO CENTRALE FAMIGLIA (LCN 631)
AZZURRA TV 2 (LCN 663)

 

Nuovo logo per TREMEDIA (LCN 112) nei mux Rtp 1 (UHF 39), Rei TV (UHF 53) e TREMEDIA (UHF 53):

 

Per concludere, questa è la composizione attuale del mux TELE TRIS, attivo sulla frequenza UHF 59, esclusivamente dalla postazione di Viale Zecchino – Torre Zeta a Siracusa:

TRIS (LCN 172)
TVS (LCN 174)
TRIS NEW (LCN 652)
TVS CARTOONS (LCN 654) [trasmette anche con il logo di TELECITTA’]

DVB-T2: pubblicate le condizioni dei bandi per diventare operatori di rete locali. Ma in diverse regioni italiane c’è rischio astensione totale.

Traendo spunto dal seguente articolo di Newslinet: https://www.newslinet.com/dtt-operatori-locali-rinunceranno-a-ruolo-network-provider-in-t2-in-molte-regioni-potrebbero-non-esserci-partecipanti-ai-bandi-superplayer-nazionali-anche-regionali/, cerchiamo di sintetizzare il più possibile la situazione che potrebbe prospettarsi con le frequenze considerate assegnabili in vista del DVB-T2.

 

La procedura di selezione degli operatori di rete per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze locali sarà regolamentata da specifici bandi rilasciati dal Ministero. In totale saranno pubblicati 73 bandi con successive graduatorie.

 

L’Italia è stata divisa in 18 aree tecniche dal PNAF della Delibera Agcom 39/19. Sono previste reti locali di 1° livello, con obbligo di copertura al 90% e reti locali di 2° livello che, nonostante l’assenza di vincoli di copertura, sono state pianificate per permettere una copertura superiore al 50% della popolazione provinciale.

 

Per poter presentare domanda di partecipazione alla selezione per gli operatori di rete locali ci sono 30 giorni di tempo a disposizione a partire dalla data di pubblicazione dell’avviso del bando di gara nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

 

A questa selezione possono partecipare tutti i soggetti che hanno l’autorizzazione generale in base all’articolo 25 del Codice delle comunicazioni elettroniche o che inviano alla domanda di partecipazione alla procedura la copia della “segnalazione certificata di inizio di attività” presentata al Ministero per l’ottenimento dell’autorizzazione.

E’ possibile partecipare tramite il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) oppure con la formazione di intese, consorzi o altri tipi di aggregazione. Tutto ciò serve per realizzare collaborazioni tecniche e commerciali, ma queste unioni, prima del rilascio dei diritti d’uso, devono avere una forma giuridica stabile, compresa quella della società consortile.

In allegato alla domanda, i partecipanti devono obbligatoriamente presentare l’“Offerta di servizio” da applicare ai Fornitori di Servizi Media Audiovisivi (FSMA), con lo scopo di specificare, in base ad un fac-simile allegato al bando di gara, le condizioni tecnico-economiche del servizio di accesso, compresi i prezzi massimi di possibilità di affitto della banda. Quest’offerta serve per creare un maggiore equilibrio tra operatori di rete con elevato potere contrattuale e i FSMA locali collocati in posizione utile in graduatoria.

 

L’offerta di servizio non inciderà sul punteggio nella graduatoria della procedura di selezione degli operatori di rete locali, ma verrà pubblicata sul sito del Ministero in caso di rilascio della frequenza.

Per ottenere il diritto d’uso è necessario soddisfare diversi requisiti:

– capacità tecnica di pianificazione e sviluppo della rete (nel rispetto del piano dell’Agcom);

– capacità di compilare un piano tecnico dell’infrastruttura di rete locale;

– dimostrare le proprie abilità nel settore delle comunicazioni elettroniche (in particolare nella realizzazione e nell’esercizio di reti di radiodiffusione televisiva);

– dichiarare la propia disposizione economica, patrimoniale e finanziaria;

– dare garanzie sulle tempistiche di realizzazione e piena funzione delle reti.

 

In caso di RTI, consorzi, altre aggregazioni e intese, gli ultimi 2 requisiti possono essere soddisfatti sommando il punteggio totale dei componenti delle seguenti società.

Tutti i partecipanti alla procedura di assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze devono creare, a pena di esclusione, una cauzione, pari al 10% del costo degli investimenti previsti per lo sviluppo del piano tecnico e per la piena operatività della rete. Una volta aggiudicato il diritto d’uso, il deposito cauzionale sarà di nuovo in mano agli operatori, a meno che non siano previsti dai bandi alcune situazioni come l’incameramento della cauzione.

I partecipanti alla selezione dovranno indicare nella propria domanda quale/i rete/i dell’area tecnica coinvolta dalla procedura vogliono ottenere.

 

I diritti d’uso diventeranno operativi in tutte le 18 aree tecniche stabilite dal PNAF in base alle tempistiche indicate dal calendario della Road Map del Decreto ministeriale del 19/6/2019.

 

Per poter rispettare le date previste dalla tabella di marcia, è necessario permettere il pieno funzionamento delle reti, usando le codifiche o gli standard più avanzati (DVB-T2/HEVC), entro i termini previsti dallo stesso Decreto.

I diritti d’uso delle frequenze locali avranno la stessa durata di quelli delle reti nazionali, vale a dire 10 anni con scadenza rinnovabile. Questo limite temporale sarà calcolato a partire dalla data del totale compimento del PNAF.

 

Il piano tecnico dovrà essere compilato rispettando i vincoli elettromagnetici imposti nei Punti di verifica (PDV), dove indicati dall’Agcom.

La revoca del diritto d’uso scatta immediatamente in caso di mancato rispetto delle tempistiche per la realizzazione e la piena funzione delle reti, mentre per la prolungata violazione d’obbligo del rispetto dei vincoli radioelettrici avviene dopo una sospensione iniziale di 3 mesi per l’utilizzo della frequenza.

La stessa sanzione, applicata per il mancato rispetto dei vincoli radioelettrici, vale per l’attivazione di postazioni non completamente autorizzate dal Mise e in questa situazione inoltre vengono spenti gli impianti accesi abusivamente.

 

Per evitare una situazione di monopolio, le assegnazioni verranno eseguite in base a 3 regole:

a) nella stessa area tecnica lo stesso soggetto non può accaparrarsi più reti di 1′ livello;

b) nella stessa area tecnica non è possibile assegnare allo stesso operatore entrambe le tipologie di reti (1′ e 2′ livello);

c) nella stessa area tecnica, in caso di sovrapposizioni territoriali tra reti di 2′ livello, lo stesso soggetto non può ottenere più reti di questa tipologia.

 

I seguenti criteri valgono solo in caso di più soggetti ammessi in graduatoria per garantire l’uso efficiente della frequenza e per i vari RTI, consorzi, intese e altri tipi di società.

Per il calcolo dei punteggi della graduatoria, i dati delle 3 regole elencate sopra dovranno essere riportati nel Formulario che sarà allegato al bando.

 

Al Ministero verrà affidato il compito di verificare sulla gestione efficiente della frequenza.

Il titolare di uno o più diritti d’uso si impegna a concedere la relativa capacità trasmissiva richiesta dai FSMA utilmente collocati in graduatoria, garantendone l’utilizzo effettivo.

Per garantire il “pluralismo dell’informazione”, nelle province delle aree tecniche non coperte da reti di 2′ livello, l’operatore della rete di 1′ livello deve garantire, in caso di richiesta, a tutti quei FSMA che, almeno nei 2 anni precedenti alla presente procedura, hanno trasmesso esclusivamente in queste province (o in una parte di esse) e che vogliono proseguire la propria programmazione sempre nella stesse aree, un prezzo, previsto dall’Offerta di servizio, conforme al numero di abitanti delle province interessate entro un limite di Mbit predefinito nei bandi.

 

Il titolare della frequenza che cede ad un soggetto terzo la realizzazione e la gestione della rete dovrà spedire al Ministero una dichiarazione del soggetto terzo per dimostrare che la rete venga realizzata e gestita nel rispetto degli impegni presi dall’operatore di rete nel piano tecnico.

 

Dopo l’assegnazione dei diritti d’uso, il Ministero sceglierà attraverso una procedura competitiva parallela i FSMA che hanno diritto ad affittare la banda sui nuovi mux locali. Le procedure saranno concentrate, a distanza ravvicinata, in 3 fasi temporali basandosi sulle macro-aree geografiche individuate per il rilascio e l’attivazione delle reti secondo il calendario della Road Map del Decreto ministeriale del 19/6/2019.

 

Come riportato da Newslinet, nonostante in Italia ci sia sempre stata una folta concorrenza per ottenere le frequenze, anche in maniera raffazzonata, stavolta tutte queste condizioni per diventare operatori di rete locali in vista del DVB-T2 potrebbero causare in diverse regioni italiane un disinteresse totale alla partecipazione della selezione dei nuovi operatori di rete locali. Infatti Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia, principale società italiana di consulenza multidisplinare nel settore radio-tv ha affermato di aver “definito richieste di assistenza per i futuri bandi come operatori di rete in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Calabria, Liguria, Umbria, Toscana e di aver ricevuto richieste di assistenza per Sicilia e Sardegna“ e ha confermato il rischio di astensione in tante regioni italiane da parte di soggetti che avrebbero i requisiti per la partecipazione.

 

In questo caso si verrebbe a creare il paradosso di avere in alcuni territori la presenza esclusiva di FSMA piazzati in posizione utile nella graduatoria e, in mancanza di titolari di diritto d’uso locali, il Mise potrebbe addirittura chiedere aiuto agli operatori nazionali per quanto riguarda queste aree.

DTT. Riunione Mise su spegnimenti anticipati canali 50-53. Ventilata ipotesi indennizzo per 0,36 euro. Carattere vincolante manifestazione interesse liberazione volontaria

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-riunione-mise-su-spegnimenti-anticipati-canali-51-53-ventilata-ipotesi-indennizzo-per-036-euro-carattere-vincolante-manifestazione-interesse-liberazione-volontaria/

 

Si è tenuta ieri al Ministero dello Sviluppo economico la riunione con gli operatori di rete DTT attivi sui canali 50-53 UHF nell’area ristretta B ex DM 19/06/2019 (Verbania-Cusio-Ossola, Vercelli, Biella, Novara, Varese, Como, Lecco, Milano, Lodi, Monza-Brianza, Pavia, Cremona, Bergamo, Piacenza ed aree del Trentino Alto Adige) volta a coordinare gli spegnimenti dei diffusori operativi su tali frequenze.

 

Spegnimenti da giugno a dicembre 2020

Gli spegnimenti dovrebbero avere luogo progressivamente dal 01/06/2020 al 31/12/2020 secondo un masterplan contenente l’elenco degli impianti da dismettere.

0,36 euro per abitante ISTAT, salvo impianti limitati

A quanto risulta a questo periodico nel corso del consesso si è discusso informalmente anche del controverso tema degli indennizzi, per cui sarebbe stata ventilata l’ipotesi di 0,36 euro per abitante illuminato secondo il dato ISTAT dell’area del diritto d’uso, salvo il caso di limitazioni dello stesso, che comporterebbero un riconoscimento al 50%.

 

Carattere vincolante della manifestazione d’interesse alla dismissione volontaria

Si rafforza inoltre l’ipotesi (seppur non confermata sul piano formale) del carattere vincolante della manifestazione d’interesse alla dismissione volontaria anticipata dei canali tra il 4 ed 30/05/2020 di cui all’Avviso del Mise a riguardo della liberazione anticipata delle frequenze DTT, su cui avevamo già posto l’accento.

 

Presupposti e tempistiche

Nel merito ricordiamo che attraverso tale iniziativa il Ministero dello Sviluppo Economico intende determinare “i presupposti” e le “tempistiche per  l’erogazione degli indennizzi di cui all’art. 1, comma 1039, lett. b) della legge n. 205/2017 e successive  modifiche, nonché alla corretta attuazione degli impegni assunti dall’Italia in sede internazionale in materia  di uso delle frequenze, si chiede a tutti i soggetti destinatari della previsione di cui al citato art. 1, comma 1039, lett. b) di manifestare l’intenzione di avvalersi della facoltà prevista dall’art 4, comma 9 del d.m. 19 giugno 2019 di “effettuare il rilascio della frequenza oggetto del relativo diritto d’uso in anticipo rispetto alla scadenza” prevista nel medesimo decreto ministeriale”.

 

Intanto è stato aggiornato l’elenco degli operatori locali italiani solamente titolari di diritto d’uso, compreso quello della Sicilia.

Liberazione anticipata dei canali DTT: poche idee, ma confuse

Fonte: https://www.newslinet.com/liberazione-anticipata-dei-canali-dtt-poche-idee-ma-confuse/

Sta facendo discutere l’Avviso del Mise a riguardo della liberazione anticipata delle frequenze DTT. Non solo, come per primo aveva evidenziato NL, coloro che decidessero di sottoscrivere la richiesta lo farebbero all’oscuro delle modalità di calcolo degli indennizzi, effettuando un vero e proprio salto nel buio, ma addirittura sulla base di indicazioni e formulazioni che cambiano in corso d’opera.

 

Modelli che vanno, modelli che vengono

Basta osservare la formulazione del fac simile cambiato dal Ministero dello Sviluppo Economico a distanza di poche ore dalla pubblicazione, come rappresentato dal confronto che pubblichiamo in apertura. Si esamini, a riguardo, la preoccupante scomparsa della frase “richiede l’indennizzo di cui all’articolo 1, comma 1039 lettera b), legge n. 205/2017″, unita all’estensione temporale dello spegnimento impiantistico (prima previsto dal 20/05/2020 al 30/05/2020 e poi esteso dal 04/05/2020 al 30/05/2020).

 

Manifestazione d’interesse o impegno vincolante?

Non è chiaro poi se la richiesta sia vincolante o meno (la formulazione è a cavallo tra la manifestazione d’interesse – per sua natura non vincolante – e l’impegno formale alla dismissione).

 

I presupposti, questi sconosciuti…

Infine, cosa più grave di tutte, per la prima volta si parla di valutazione dei “presupposti” all’indennizzo.
Cosa si intende per presupposto?
La possibilità, per esempio, che l’indennizzo non venga riconosciuto?
Oppure che possa essere ridotto, magari per mancato (e documentato) sfruttamento del diritto d’uso nella sua completa estensione?
Meglio passare a Defcon 3….