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DTT. RAI, conversione mux B: a marzo 2024. Rete nazionale n. 12 nel cassetto: troppo pericoloso un precedente di attribuzione transitoria

Fonte: www.newslinet.com/dtt-rai-conversione-mux-b-a-marzo-2024-rete-nazionale-n-12-nel-cassetto-troppo-pericoloso-un-precedente-di-attribuzione-transitoria
 

Rumors: l’obbligo di sperimentazione del DVB-T2 da parte di RAI non si farà sulle rete nazionale n. 12 (non assegnata): troppo pericoloso il precedente di un’autorizzazione temporanea.
La conversione del mux B della RAI potrebbe slittare da gennaio a marzo 2024.

 

Sintesi

Secondo alcune indiscrezioni, l’ipotesi di attribuire transitoriamente le risorse frequenziali della rete nazionale n. 12 (non assegnata nonostante i ripetuti tentativi) alla RAI per la sperimentazione del DVB-T2 senza convertire il mux B privando gli utenti non in possesso di tv/decoder aggiornati alla tecnologia di riceverne i contenuti, sarebbe tramontata.
Farlo, infatti, esporrebbe Agcom e Ministero delle imprese e del made in Italy a contestazioni, considerato che analoghe richieste di sfruttamento delle risorse scarse disponibili da parte di operatori di rete erano state in precedenza bocciate.
Allo stesso tempo, secondo i rumors raccolti da NL, potrebbe avere luogo uno slittamento del termine del 10 gennaio 2024 previsto per la conversione del mux B fino alla primavera dell’anno prossimo.

 

L’obbligo di avvio delle trasmissioni T2

Il nuovo contratto di servizio alla firma tra RAI e Ministero delle imprese e del made in Italy (2023-2028), recependo prescrizioni precedenti, avrebbe dovuto imporre che da gennaio 2024 (dal 10 gennaio, per la precisione) uno dei mux della concessionaria pubblica fosse convertito da DVB-T (presumibilmente il mux B) in DVB-T2.

 

Slittamento

Tuttavia, secondo indiscrezioni, stante l’esigenza di conciliare la continuità di ricezione dei contenuti da parte della popolazione con quelle di attuare il processo di adeguamento tecnologico, la decorrenza della conversione potrebbe avere luogo non dal 10 gennaio, ma tre mesi dopo l’entrata in vigore del contratto RAI–Ministero.

 

Sistema studiato per T2 attivo in T1 da 3 anni

Ricordiamo che la conversione del mux è finalizzata a favorire la migrazione del sistema post refarming della banda 700 MHz, studiato per il T2 ma operativo, coi limiti del caso, sia quanto a disponibilità di capacità trasmissiva che diffusivi, in T1.

 

T2 non significa necessariamente HEVC

La conversione in T2, è bene precisarlo, non necessariamente comporta l’adozione dello standard HEVC (acronimo di High Efficiency Video Coding, standard di compressione video approvato nel 2013, erede dell’H264/MPEG-4 AVC), per il quale, viceversa, non ci sono obblighi temporali di adozione.

 

I penalizzati

Tuttavia, da subito è stato valutato che convertire un intero mux in T2 (non si può operare sui singoli contenuti) comporterà l’irricevibilità dei canali trasportati a quell’utenza priva di tv/decoder adeguati al relativo standard (sono T2 ready i tv venduti dal 2017 in poi), così penalizzando una quota rilevante di pubblico (8,4 mln di famiglie, secondi i dati Auditel-Censis), con discriminazioni per quest’ultimo e per la RAI stessa, che subirebbe un calo d’ascolto sui FSMA veicolati sul multiplexer convertito (da T1 a T2) a vantaggio dei concorrenti privati (Mediaset in primis).

 

Nessuna proroga alla sperimentazione

Posticipare la sperimentazione, però, non si potrebbe, considerato che la fase transitoria avviata col refarming dovrebbe comunque concludersi auspicabilmente entro il 2025 (quando l’intero sistema dovrà migrare in T2).

 

La risorsa inutilizzata

Per conciliare l’esigenza, si era quindi pensato di sfruttare una risorsa inutilizzata: quella della 12^ rete nazionale, da quasi due anni nel cassetto e sulla cui destinazione finale (radio o tv) si discute da tempo, con tanto di provvedimenti interlocutori di Agcom.

 

La 12^ rete nazionale

Con la Delibera n. 25/23/CONS del 08/02/2023, Agcom, all’esito della consultazione pubblica indetta con la delibera n. 366/22/CONS, aveva infatti definito la nuova procedura per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la 12^ rete del servizio di radiodiffusione digitale terrestre , secondo quanto previsto all’art. 10, comma 4, della delibera n. 65/22/CONS.

 

Il merito della Delibera n. 25/23/CONS

Il provvedimento stabiliva la procedura per il rilascio del diritto d’uso delle frequenze televisive per la 12^ rete nazionale del PNAF, rimasto inassegnato al termine delle precedenti procedure di cui alle delibere n. 129/19/CONS e n. 65/22/CONS.

 

Big Ben ha detto stop

Al momento della pubblicazione del provvedimento cessava quindi la possibilità di applicazione dell’art. 2, comma 2, lett. b), della delibera n. 129/19/CONS.

 

Nessun accordo tra Retecapri ed Europa 7

Sul punto, ricordiamo che gli operatori di rete nazionali Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino (nota come Retecapri) ed Europa Way (conosciuta come Europa 7), cui in occasione del refarming della banda 700 MHz sarebbe spettato mezzo mux a testa (con un diritto d’uso specifico in capo ad una ed uno generico per lo sfruttamento del 50% della capacità all’altra), nonostante diversi tentativi, non avevano infatti concluso un accordo per la gestione condivisa della 12^ rete  in ambito nazionale.

 

L’invito formale del Ministero

Conseguentemente, l’allora Mise, in data 20/05/2022, aveva inviato ai due player una lettera di invito a presentare un’offerta per l’assegnazione dell’unico diritto d’uso delle frequenze pianificate per la suddetta rete.

 

Niente di fatto

Appello, tuttavia, che non aveva condotto ad una definizione consensuale della procedura, con la conseguente presa d’atto di Agcom.

 

Assegnazione diritto d’uso 12^ rete nazionale

La quale aveva pertanto adottato un provvedimento che prevedeva che il diritto d’uso, utilizzabile esclusivamente per l’offerta dei servizi previsti con le frequenze pianificate dal PNAF fosse assegnato mediante procedura comparativa onerosa senza rilanci competitivi.

 

Apertura ai nuovi entranti

Una procedura cui avrebbero avuto titolo a partecipare tutti i soggetti interessati, anche nuovi entranti nel mercato dell’offerta di capacità trasmissiva su reti digitali terrestri, in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara, ad eccezione dei soggetti con divieto di partecipazione.

 

Apertura a consorzi

La delibera stabiliva altresì la partecipazione di società consortili di cui all’art. 2602 del Codice civile, a condizione che assumessero, a pena di esclusione e revoca, anche successivamente all’aggiudicazione e comunque prima del rilascio dei diritti d’uso, la forma di società di capitali secondo quanto stabilito dall’art. 2615-ter del codice civile (oltre ovviamente a rispettare gli ulteriori requisiti previsti).

 

Novità per la 12^ rete

Fatto sta che, successivamente, non si erano registrati altri provvedimenti sul tema (qui per consultare la delibera n. 25/23/CONS). Di qui era nata l’idea di sfruttare transitoriamente la rete per la sperimentazione.

 

Attribuzione transitoria

Ovviamente RAI non pretendeva un’attribuzione definitiva della risorsa frequenziale della 12^ rete nazionale, considerato che ciò non sarebbe stato possibile per vincoli sul numero di reti, ma uno sfruttamento temporaneo, nelle more della decisione finale sul suo impiego, così salvando capra (mux B) e cavoli (obbligo di sperimentazione).

 

I malumori

A quanto pare, tuttavia, dopo la pubblicazione di questa ipotesi molte sarebbero state le contestazioni a riguardo di una disparità di trattamento che si sarebbe verificata, considerato che le risorse della rete 12 erano già state richieste in precedenza per la soluzione di problemi di coordinamento delle frequenze assentite col refarming o per la radio digitale (DAB+). Con conseguente archiviazione della possibilità e ripristino dell’obbligo di conversione di un mux esistente. Ma non subito.

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RADIO DAB: CONSORZIO ‘‘MEDIA DAB’’ AL VIA IN SICILIA

http://cutt.us/palermoindigitale

Media DAB è un consorzio di radio locali italiane, più di 100, che opera da anni ed è presente in otto delle 20 regioni italiane: Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia.
A queste regioni si aggiungeranno presto il Veneto e la Sicilia, comprese le città di Palermo e Catania.

Il Veneto è uno dei nove bacini per i quali il Ministero delle Imprese e dell’Industria ha pubblicato, il 13 novembre 2023, il bando di gara per l’assegnazione agli operatori di rete DAB+ dei diritti d’uso delle reti previste nei bacini locali, la cui scadenza per la presentazione delle domande sarà il 12 gennaio 2024.

Fonte: litaliaindigitale.it

WRC 2023: salva (per ora) la banda 600 MHz per il broadcasting tv. Ma non si deve abbassare la guardia

Fonte: www.newslinet.com/wrc-2023-salva-per-ora-la-banda-600-mhz-per-il-broadcasting-tv-ma-non-si-deve-abbassare-la-guardia
 

E’ terminata la WRC 2023 – World Radio Conference dell’ITU (WRC-23), tenutasi a Dubai.
Lato broadcasting il tema incadescente era la ventilata revisione dello sfruttamento delle frequenze 470-694 MHz, attualmente riservata alla radiodiffusione televisiva digitale, nella direzione delle telco.

In sostanza, il timore era che anche la banda 600 MHz potesse essere oggetto di refarming, come avvenuto qualche anno fa con quella dei 700 MHz.

 

Riserva esclusiva fino al 2031

Così, fortunatamente per i broadcaster, non è stato, considerato che l’impiego esclusivo per la radiodiffusione tv è stato confermato alla WRC 2023 fino al 2031 (qui per consultare gli atti finali).

 

Almeno per Italia e Spagna

Quantomeno per Italia e Spagna, nazioni dove l’impiego del DTT per il raggiungimento dell’utenza è (ancora) essenziale.

 

Questione di sensibilità DTT

E gli altri paesi?
“Il nuovo Radio Regolamento in esito alla WRC-23 prevede che solo i Paesi Arabi del Medio Oriente e l’Egitto potranno utilizzare, a partire dal 2025, la banda 614-694 MHz per i servizi IMT con attribuzione primaria, ma con limitazioni per proteggere i servizi broadcast esistenti e futuri dei Paesi confinanti”, chiarisce Confindustria Radio Tv in una nota.

 

Attribuzione secondaria

I Paesi Europei potranno usare la banda 470-694 MHz con una attribuzione secondaria, come richiesto dalla European Common Proposal della CEPT e dalla Decisione UE.

 

No change

Per Italia e Spagna la situazione è di cd. “no change” con broadcasting primario senza alcun riferimento ad altre attribuzioni.

 

Appuntamento alla WRC 2031

Alla WRC 2031 verrà rivalutata la situazione limitatamente alla banda 600 (614-694 MHz).

 

Ora subito T2/HEVC e 5G broadcast

Ovviamente ciò non significa un congelamento dello status quo: l’agenda prevede il passaggio rapido al DVB-T2/HEVC e l’introduzione del 5G broadcast.

 

La nuova battaglia

Un respiro di sollievo per i broadcaster. Ma breve.
Perché è già iniziata una nuova battaglia, ancora più importante di quella per la tutela della banda 600 MHz: l’affermazione della prominence dei servizi di media audiovisivi di interesse generale.

 

Per non far la fine di Pirro

Perché si possono anche avere trasmettitori DTT in funzione nella banda 600 MHz, ma se l’accesso alla live tv ed i relativi programmi saranno emarginati sulle smart tv da produttori che privilegiano le soluzioni OTT (proprie o terze di player mondiali), quella del WRC 2023 sarà una vittoria di Pirro.

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Regione Siciliana: attivato fondo di 2,2 milioni di Euro a favore dell’editoria e delle emittenti radiofoniche e televisive regionali

(Fonte: AerantiCorallo.it) L’Assessore all’Economia della Regione Siciliana ha firmato il decreto che assegna 2,2 milioni di euro a sostegno del comparto editoriale regionale.

La misura garantisce un contributo a fondo perduto alle imprese radiofoniche e televisive locali siciliane nonché alla carta stampata e alle pubblicazioni su internet. I termini e le modalità per la presentazione delle richieste di contributo verranno resi noti dall’ente attuatore (Irfis FinSicilia Spa) mediante appositi avvisi, finalizzati alla presentazione delle istanze di contributo.

Del contributo complessivo di 2,2 milioni di euro, è prevista l’erogazione nella percentuale del 32% alle imprese televisive locali (circa 704.000,00 euro) e del 12% alle imprese radiofoniche locali (circa 264.000,00 euro).

Requisiti e termini
Tra i requisiti di ammissibilità, vi sono la produzione di un notiziario regionale sulla Sicilia da almeno un anno dal 1° gennaio 2022 e confermato alla data di presentazione dell’istanza di agevolazione e la presenza di giornalisti contrattualizzati con uno dei Ccnl di settore vigenti.

L’importo dell’agevolazione non potrà, in ogni caso, essere superiore al 75% del fatturato registrato dal soggetto richiedente nell’anno 2022, senza tener conto di eventuali altri ricavi non rivenienti dall’attività editoriale, e relativo all’attività svolta nel territorio della Regione Siciliana.

A questo link è pubblicato il decreto n. 80/2023 del 5 dicembre 2023 dell’Assessore regionale siciliano per l’Economia:
https://www.regione.sicilia.it/istituzioni/servizi-informativi/decreti-e-direttive/decreto-disciplina-modalita-attuative-concessione-contributi-fondo-perduto-favore-editoria-emittenti-radiotelevisive-agenzie-stampa .

«Festa di Santa Lucia 2023», il 13 dicembre le celebrazioni in diretta TV da Siracusa sul Canale81 SESTARETE in tutta la Sicilia.

L’emittente Catanese SestaRete trasmetterà in partner con il gruppo TELECITTA’ SIRACUSA
Curiosità:
Un altra emittente SIRACUSANA è TRIS che è visibile in tutta la Sicilia che come gli scorsi anni anche essa trasmetterà la diretta.