DTT. Delibera 407/21/CONS: consultazione pubblica per assegnare la 12^ rete nazionale dopo il mancato accordo tra Retecapri ed Europa 7

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-delibera-407-21-cons-consultazione-pubblica-per-assegnare-la-12-rete-nazionale-dopo-il-mancato-accordo-tra-retecapri-ed-europa-7/

 

Ennesima gatta da pelare per il complicato refarming della banda 700 MHz. Questa volta, con la Delibera n. 407/21/CONS Agcom tenta di gestire la complessa questione dell’assegnazione del 12° mux nazionale in cui avrebbero dovuto confluire i mezzi mux di Retecapri ed Europa 7. Proponendo una soluzione salomonica.

 

Attraverso la Delibera n. 407/21/CONS Agcom ha avviato una consultazione pubblica concernente la definizione della procedura riservata per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la rete nazionale n. 12 del sistema di radiodiffusione digitale terrestre, ai sensi dell’articolo 1, comma 1031, della legge n. 205/2017.

 

La Delibera 129/19/CONS

Dal punto di vista regolamentare, l’articolo 2, comma 2, della delibera n. 129/19/CONS prevede che: “Agli operatori che, al momento dell’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze (…) risultino titolari di un singolo diritto d’uso di capacità trasmissiva e non rientrino nelle fattispecie di cui al precedente comma 1, il Ministero dello Sviluppo Economico rilascia un diritto d’uso senza specificazione delle frequenze per l’esercizio di una delle reti nazionali pianificate dal PNAF (corrispondente alla metà di un multiplex nazionale in tecnologia DVB-T2), destinato ad essere completato: a) mediante l’aggiudicazione di uno dei lotti oggetto della procedura onerosa (…)  (in tal caso il soggetto rientra nella fattispecie di cui al precedente comma 1, lettera a); b) mediante la stipula di un successivo accordo commerciale (intesa) con altro operatore titolare di un analogo diritto d’uso (in tal caso il soggetto rientra nella fattispecie di cui al precedente comma 1, lettera b). All’esito del completamento, il Ministero procede ad assegnare il diritto d’uso delle frequenze per l’esercizio di una specifica rete nazionale delle 12 pianificate dal PNAF, secondo i criteri di assegnazione di cui al successivo articolo 3”.

 

11 reti nazionali assegnate su 12

Ad esito delle procedure di assegnazione in ambito nazionale dei diritti d’uso delle frequenze pianificate dal PNAF, delle procedure di assegnazione dell’ulteriore capacità trasmissiva disponibile in ambito nazionale e delle frequenze terrestri, nonché dei conseguenti atti esecutivi del Ministero, sono state assegnate 11 reti nazionali pianificate, restando non attribuita la rete nazionale n.12.

 

I mezzi mux di Retecapri ed Europa 7

In particolare, si legge nella Delibera n. 407/21/CONS, la Società Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino S.r.l. (gruppo Retecapri), e la Società Europa Way s.r.l. (Europa Way, cioè gruppo Europa 7), “per effetto della conversione dei diritti d’uso delle frequenze in ambito nazionale per il servizio digitale terrestre in diritti d’uso di capacità trasmissiva (…) sono titolari ciascuna di un “diritto d’uso delle frequenze generico”, definito quale “diritto d’uso senza specificazione delle frequenze per l’esercizio di una rete pianificata dal PNAF e corrispondente (con dimensione pari) alla metà di un multiplex nazionale in tecnologia DVB-T2” e, in quanto tale, assegnatari di “metà rete nazionale senza specificazione delle frequenze”.

 

Mancata partecipazione alla procedura onerosa

Tali gli operatori di rete “non hanno preso parte alla procedura onerosa di cui all’articolo 1, comma 1031-bis, della Legge di Bilancio 2019, per l’assegnazione di diritti d’uso per ulteriore capacità trasmissiva” e, conseguentemente, il MISE, con comunicazione del 9 settembre 2021, “constatata la mancata partecipazione alla gara per l’ulteriore capacità trasmissiva di entrambi gli operatori di rete nazionali PDBST ed Europa Way, ha chiesto ai suddetti operatori di trasmettere l’accordo commerciale necessario per poter esercire la rete nazionale n. 12″.

 

La posizione di Retecapri: diritto d’uso anche senza accordo con Europa 7

In riferimento alla suddetta comunicazione del Ministero, spiega Agcom nella Delibera n. 407/21/CONS, “la Società PDBST (…)  ha comunicato al Ministero e all’Autorità che non ci sono i presupposti per un accordo con Europa Way, né con altri operatori di rete nazionali”.

 

Procedure eque, trasparenti e non discriminatorie

La Società ha chiesto, “altresì, alle suddette Amministrazioni di introdurre procedure eque, trasparenti e non discriminatorie volte a garantire il completamento del proprio diritto d’uso generico, per l’esercizio di una delle reti nazionali pianificate per il DVB-T2, anche in assenza di un accordo con Europa Way; ciò al fine di consentire alla Società la prosecuzione della propria attività di operatore di rete senza soluzione di continuità rispetto all’esercizio della propria rete attuale (le cui frequenze sono destinate ad essere rilasciate secondo le tempistiche stabilite nella citata roadmap)”.

 

La posizione di Europa 7: nessun accordo con altri operatori nelle more dei giudizi pendenti

In riferimento alla suddetta comunicazione del Ministero, la Società Europa Way, con nota del 19 settembre 2021, ha comunicato al Ministero e all’Autorità che “non intende, per il momento, addivenire ad accordi di natura commerciale con altri operatori, in attesa della risoluzione del contenzioso promosso dalla stessa Società avverso, tra l’altro, le delibere Agcom nn. 129/19/CONS e 564/20/CONS, nonché i conseguenti atti esecutivi del Ministero”.

 

La gatta da pelare

Ora, naturalmente, spiega Agcom nella Delibera n. 407/21/CONS corre la “necessità di promuovere il completamento dell’intero processo di refarming del sistema nazionale di radiodiffusione digitale terrestre, garantendo i minori impatti sugli utenti in termini di continuità nella fruizione dei servizi, mediante assegnazione di tutti i diritti d’uso delle frequenze pianificate dal PNAF per l’esercizio in ambito nazionale di reti di radiodiffusione televisiva in tecnica digitale DVB-T2″.

 

Gli obblighi di Mise e Agcom

E ciò tenendo conto che il Ministero e l’Autorità, nell’ambito delle rispettive competenze, sono tenuti ad assicurare che le frequenze radio siano utilizzate in modo efficiente ed efficace, conformemente agli articoli 13, comma 4, e 14, comma 1, del Codice delle comunicazioni elettroniche.

 

La posizione del Mise: assegnare la rete nazionale n. 12

Per parte propria, il Ministero, con nota del 23 novembre 2021, ha chiesto all’Autorità una integrazione delle procedure previste all’articolo 2, comma 2, della delibera n. 129/19/CONS, che consenta al Ministero stesso di poter assegnare la rete nazionale n. 12.

 

La posizione di Agcom: offrire la possibilità di esercire tale rete agli operatori in possesso di diritti d’uso di frequenze generiche

Agcom, pertanto, ritenuto necessario procedere all’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate dal PNAF per la rete nazionale n. 12, che risulta l’unica allo stato non assegnata, e che, in prima istanza, occorre offrire la possibilità di esercire tale rete agli operatori in possesso di diritti d’uso di frequenze generiche.

 

La procedura ex art. 29 c. 1. C.C.E.

Sul punto, l’art. 29, comma 1, del Codice delle comunicazioni elettroniche, prevede che “Quando debba valutare l’opportunità di limitare il numero dei diritti di uso da concedere per le radiofrequenze oppure di prolungare la durata dei diritti d’uso esistenti a condizioni diverse da quelle specificate in tali diritti, l’Autorità, tra l’altro: a) tiene adeguatamente conto dell’esigenza di ottimizzare i vantaggi per gli utenti e di favorire lo sviluppo della concorrenza e la sostenibilità degli investimenti rispetto alle esigenze del mercato, anche in applicazione del principio di effettivo ed efficiente utilizzo dello spettro radio di cui agli articoli 14, comma 1, e 27, comma 6; b) concede a tutte le parti interessate, compresi gli utenti e i consumatori anche attraverso le associazioni, l’opportunità di esprimere la loro posizione, conformemente all’articolo 11; c) pubblica qualsiasi decisione di concedere solo un numero limitato di diritti d’uso o di limitare il rinnovo dei diritti d’uso, indicandone le ragioni; […]”.

 

La consultazione pubblica

Per tale motivo, Agcom, con la Delibera n. 407/21/CONS, ha pertanto, ritenuto di indire, ai sensi dell’art. 11 del Codice, la consultazione pubblica concernente la definizione della procedura riservata per l’assegnazione del diritto d’uso delle frequenze pianificate per la rete nazionale n. 12 del sistema radiodiffusione digitale terrestre, al fine di consentire a tutte le parti interessate di presentare le proprie osservazioni, in ossequio ai principi di trasparenza e di partecipazione dell’attività amministrativa.

 

I termini

Il testo della consultazione di cui al comma 1, e le modalità di consultazione, sono riportati nell’allegato A della Delibera n. 407/21/CONS. Le comunicazioni di risposta alla consultazione pubblica dovranno essere inviate entro il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione della delibera (avvenuta il 28/12/2021).

 

La soluzione salomonica di Agcom

La soluzione prospettata da Agcom è indicata all’art. 4 dell’Allegato A alla Delibera n. 407/21/CONS ed è salomonica. Tale articolo prevede che “Stante la necessità di contemperare l’assegnazione del “diritto d’uso delle frequenze specifico per l’esercizio della rete nazionale n. 12” ad uno dei due soggetti titolati alla partecipazione alla presente procedura, con la tutela del “diritto d’uso delle frequenze generico” dell’altro operatore, che per definizione non sarà aggiudicatario, l’Autorità ritiene necessario imporre, quale condizione associata al suddetto “diritto d’uso specifico delle frequenze pianificate dal PNAF per la rete nazionale n. 12”, l’obbligo di concedere, a condizioni tecniche ed economiche regolate, l’utilizzo delle risorse di rete per una quota paritaria ovvero, equivalentemente, l’obbligo di cessione di una quota di capacità trasmissiva pari alla metà del multiplex nazionale in tecnologia DVB-T2, a favore dell’operatore titolare del diritto d’uso delle frequenze generico per l’esercizio di “metà rete” nazionale, che, ad esito della presente procedura, non sia risultato aggiudicatario del diritto d’uso delle frequenze specifico o non abbia partecipato alla procedura“.

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Antenna Sicilia dal 9 gennaio 2022 si rinnova!

Torna il programma “Gustare Sicilia”. Arte, turismo, cultura e paesaggi.
Le nuove puntate dal 9 Gennaio alle 14.00 e alle 20.30 su Antenna Sicilia con Diego Caltabiano [canale 10 del telecomando].
Al contempo vi sarà un completo restyling della rete che manderà in pensione lo storico logo che ha accompagnato i telespettatori per 42 anni ed inoltre, con nuovi studi appositamente realizzati, tornerà il telegiornale “TG Sicilia” condotto dal giornalista Michele Cucuzza

Nella foto tratta da una conferenza tenutasi all’università di Catania a Settembre 2021- osservando la foto da sinistra – Michele Cucuzza (Giornalista – direttore di TG SICILIA su Antenna Sicilia) – Vania Patanè (Rettrice Università di Catania) – Angela Ciancio (Editrice di Antenna Sicilia)

Visual Radio 2022: ennesima dimostrazione della straordinaria resilienza del mezzo

Fonte: https://www.newslinet.com/visual-radio-2022-ennesima-dimostrazione-della-straordinaria-resilienza-del-mezzo/

 

La visual radio solo per gli editori radiofonici più abbienti? Le prime deleterie risultanze del refarming della banda 700 MHz, che riduce drasticamente gli spazi televisivi con graduatorie nelle singole aree tecniche e lo sterminio di decine di visual radio, sembrerebbero dimostrarlo. Ma siamo sicuri che sia veramente così? O, forse, è esattamente il contrario? Facciamo il punto.

 

Fallimento del 4° arco LCN

Agcom aveva recepito (ancorché tardivamente) l’esplosione del fenomeno visual radio negli ultimi 5 anni, prevedendo nel suo piano LCN (delibera 116/21/CONS) addirittura un ampio blocco dedicato, nel 4° arco (301-399), ai fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) locali di derivazione radiofonica. Dimostrando così di non aver compreso veramente la dinamica dell’evoluzione radiofonica.

Nuovo Piano LCN - Visual Radio 2022: ennesima dimostrazione della straordinaria resilienza del mezzo

Meglio i numeri tradizionali

Infatti, nelle ormai numerose aree tecniche dove si sono concluse le procedure di assegnazione dei logical channel number nessuna visual radio sopravvissuta alla cernita dei bandi FSMA ha scelto la collocazione nel 4° arco, preferendo la numerazione tradizionale, legata ai parametri consoni.

 

Parametri di valutazione

I quali, come noto, in ordine decrescente sono: LCN più basso nel primo arco di numerazione (1-99), numerazione facilmente memorizzabile – es. numero doppio (88), triplo (111) o palindromo (171) -, vicinanza a numerazioni di prodotti di forte appeal (effetto traino).

 

Differenze con la tv lineare tradizionale

Trattandosi di un prodotto altamente specifico, che normalmente utilizza la tv come ulteriore piattaforma distributiva e non già come vettore primario (come nel caso della tv lineare tradizionale), per la visual radio la necessità di un LCN a due cifre non è così determinante, anche se ovviamente aiuta.

 

Abitudini

E quando si passa alle tre cifre la differenza la fanno solo la facilità del numero e la collocazione in aree LCN consolidate per genere (ad esempio, nel nord Italia l’arco 600 è negli ultimi anni diventato tipico della visual radio locale).

 

Questione di banda

Il vero problema, piuttosto, è la scarsa disponibilità di capacità trasmissiva sui pochi operatori di rete assegnatari, aggravata dal vincolo di utilizzare non meno di 1,5 MBit/s per FSMA .

 

Spreco

Che, nel caso della visual radio è quasi sempre uno spreco, considerato che, nella maggior parte dei casi, ad essere privilegiata è la veicolazione della componente audio (che difficilmente supera 0,2 MBit/s), integrata da audiografica e soluzioni picture in picture.

 

Passaggi di formato

Le quali ben possono trovare ideale sfruttamento in tagli tra 0,5 e 1,0 Mbit/s con formato H264. Figurarsi quindi col passaggio in H265/HEVC, quando di banda ne servirà ancora meno.

 

2022: Radio fenice

“Così – spiega Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia, primaria struttura di consulenza radiotelevisiva a più livelli italiana – facendo di necessità virtù, le visual radio escluse dalle graduatorie FSMA (perché non utilmente collocate per la fase di negoziazione della capacità trasmissiva) in molti casi risorgono dalle proprie ceneri sviluppandosi a livello nazionale, dove il limite minimo di capacità trasmissiva non esiste e, soprattutto, con le soluzioni variegate HBBTV (sempre in nazionale)”.

 

Soluzioni per tutte le tasche

Queste ultime sono accessibili alla maggior parte delle emittenti radiofoniche, a volte anche con costi inferiori a quelli praticati dal preesistente DTT locale.

 

Bouquet

“Partendo da soluzioni veramente low cost come la collocazione nei bouquet HBBTV associati a canali nazionali per poche centinaia di euro al mese“, continua Rinaldi.

 

Double click

Per passare poi al modello Double click elaborato da Consultmedia insieme ad Intecgroup, che “associa ad un singolo prodotto audiovisivo gli altri tre tasti colorati del telecomando dopo quello rosso tradizionalmente impiegato per l’accesso alla piattaforma (doppio click perché la procedura prevede: numero LCN + tasto blu, verde o giallo). Una soluzione che nel 2022 troverà grandissimo impiego, secondo noi”, sottolinea l’ingegnere.

 

One click

“Fino ad arrivare alla soluzione One click, attraverso la tecnica Jump! con la quale senza necessità di intervento dell’utente il tv passa dalla ricezione DTT a quella IP con consumo di banda (DTT) limitato alle immagini/video low quality di transito (i pochi secondi prima del passaggio su IP automatico da parte della smart tv)”, conclude Rinaldi.

 

2022: la resilienza

Così, a dispetto delle iniziali previsioni, l’offerta visual radio, attraverso l’ennesimo processo di trasformazione tecnologica e di abitudine di fruizione, nel 2022 si moltiplicherà.
Anche questa è resilienza.

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Banda 700: MISE stabilisce date e modalità per dismissione codifica DVBT-MPEG2

Fonte: https://confindustriaradiotv.it/banda-700-mise-stabilisce-date-e-modalita-per-dismissione-codifica-dvbt-mpeg2/

 

Data unica l’8 marzo 2022 con la possibilità di “ri-proteggere” in MPEG-2 i programmi. Nel caso dei canali generalisti la tale ri-protezione comporta l’inversione dell’LCN: i canali con LCN 1-9 e 20 dovranno essere diffusi in MPEG-4. Con decreto, sottoscritto dal Ministro Giancarlo Giorgetti in data 21 dicembre 2021, in corso di registrazione da parte degli Organi di controllo, sono state definite la data e le modalità di dismissione della codifica DVBT/MPEG-2.
Il decreto è stato emesso a seguito della consultazione pubblica svolta in forma di audizione in video conferenza il 15 dicembre 2021, alla quale anche CRTV ha partecipato con I’intervento del Presidente Siddi.

 

FSMA nazionali. È prevista l’attivazione generalizzata della codifica DVBT/MPEG-4 per la trasmissione di tutti i programmi diffusi dai fornitori di servizi media audiovisivi in ambito nazionale in una data unica per tutto il territorio italiano, individuata nel giorno 8 marzo 2022. La data è stata scelta, indica la nota sul sito del MISE per ragioni tecniche correlate alle caratteristiche delle reti nazionali, e perché si tratta del giorno in cui la maggior parte della popolazione delle aree geografiche del Nord Italia di cui all’art. 5 nell’Area 2 e Area 3 di cui alla Tabella 4 del decreto del Ministro dello Sviluppo economico 19 giugno 2019 e successive modifiche, che saranno interessata dalle operazioni di refarming delle frequenze. È previsto tuttavia di consentire ai fornitori di servizi media audiovisivi nazionali di ripetere in simulcast programmi con la codifica DVBT/MPEG-2, con l’obbligo di utilizzare per i canali generalisti di cui all’art. 3 comma 3 dell’allegato A della delibera n. 116/21/Cons dell’Agcom la numerazione ivi indicata per la trasmissione con la codifica DVBT/MPEG-4, al fine di agevolare la migrazione tecnica di un’ampia parte della popolazione verso standard di trasmissione avanzati.

La completa dismissione della codifica DVBT/MPEG-2 dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2022.

 

FSMA locali. Per un criterio di ragionevolezza e economicità, per i fornitori di servizi media audiovisivi in ambito locale è stata indicata la dismissione della codifica DVBT/MPEG-2, in coincidenza nelle diverse Aree geografiche con le attività di attivazione delle frequenze delle nuove reti di cui all’art. 5, secondo il calendario previsto per ognuna delle stesse Aree nella Tabella 4 del decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 19 giugno 2019. Viene tuttavia fatta salva la necessità di disporre nelle regioni, province ed aree già interessate dalle attività del refarming delle frequenze alla data dell’attivazione generalizzata della codifica DVBT/MPEG-4 da parte dei fornitori di servizi media audiovisivi nazionali, la coincidenza nello stesso giorno indicato per i soggetti nazionali (8 marzo 2022) al fine di usufruire degli effetti della ri-sintonizzazione per i programmi diffusi sull’intero territorio italiano.

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