L’emittente televisiva VIDEO66 di Siracusa, abilitata dal Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) a partecipare al nuovo Bando digitale DVBT-2, «conserva l’integrità territoriale» rifiutando la ‘capacità trasmissiva’ verso altre province (dove era esclusa Siracusa), come avevano prospettato gli stessi funzionari a VIDEO66, lo scorso 21 gennaio in seduta pubblica tra le emittenti siciliane, allorquando si era completata l’aggiudicazione della banda trasmissiva di Primo livello a diffusione regionale di emittenti ‘Commerciali’ impegnate in tal senso.
La transizione del sistema radiotelevisivo verso la nuova tecnologia DVBT-2 si dimostrava lacunosa e mal gestita da una legge varata dal M5S con l’approvazione della sinistra e la compiacenza di altri partiti che hanno dissacrato il territorio italiano con la chiusura di 450 emittenti in tutta Italia che dovranno far posto alla telefonia.
Si evidenziava che il bando aveva previsto in Sicilia l’attribuzione di una sola frequenza di Primo livello, avente copertura quasi totale della Regione Sicilia, e un esiguo numero di frequenze di Secondo livello, con copertura provinciale: Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo, Messina, Ragusa e Trapani. Tale assetto non permette una copertura adeguata della regione lasciando scoperte le uniche due province: Catania e Siracusa, prive della disponibilità di frequenze televisive, per evitare di interferire con il loro nuovo segnale con alcuni Paesi del Mediterraneo: Malta e Grecia, ecc…
Il Ministero, lacunoso, non ha rilasciato alcuna frequenza, in riferimento a tali province, mentre per altre province del Nord con gli stessi problemi sono stati risolti. La solita disparità territoriale Nord-Sud di certa politica che fa solo demagogia anche in certi ministeri, vedi il Mise sorretto dal leghista Giancarlo Giorgetti, che dovrebbero essere al di sopra di interessi di parte.
Agevolando la diffusione della connessione internet 5G di ultima generazione e supportando la transizione del sistema radiotelevisivo verso la nuova tecnologia DVBT-2, il governo si è apprestato a staccare la spina alla maggior parte delle emittenti televisive locali siciliane, mettendo a serio rischio il futuro della libera informazione e di migliaia di lavoratori.
Il direttore di VIDEO66, dr. Giuseppe Bianca, si faceva promotore di due viaggi a Roma per manifestare assieme ad altre emittenti, la protesta contro il nuovo Bando digitale DVBT-2 ingiusto e discriminatorio per la Sicilia. Il direttore Bianca è stato l’autore di ben 9 comunicati inviati all’Ansa e regolarmente pubblicati, nonchè lettere: appello al ministro Giorgetti, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Draghi; al Presidente della Repubblica Mattarella e infine Appello istituzione alla Regione del «Tavolo tecnico permanente» chiesto dal Mise. Il sig. Nello Musumeci latitante. Tutto Invano.
Questo atto di arroganza politica avviene dopo l’ennesimo esproprio delle frequenze tv, che oscurerà dal 29 aprile, le emittenti di Catania e Siracusa, voci libere dell’informazione, lasciando solo spazio a emittenti regionali, tra queste alcune, che pur di trasmettere, hanno fatto accordi impropri snaturando il palinsesto locale con altre province (tipo Sicilia orientale e occidentale), perdendo definitivamente la propria identità territoriale. Altre hanno preferito il sistema di diffusione, ospiti da altre emittenti via internet, come: HBBTV è un acronimo per Hybrid Broadcast Broadband TV, cioè una trasmissione TV a banda ibrida, connesse ad internet (cioè gli Smart TV) e decoder top-box.
La Tv Commerciale è un’Impresa televisiva generalista dove i maggiori consumatori spesso sono proprio persone del ceto basso, poco istruite, che vedono nella televisione il media più semplice dal quale reperire le informazioni.
L’emittente Comunitaria come VIDEO66 vive più forte che mai e si rivolge a tutti e al ceto medio che preferisce le tecnologie di ultima generazione e programmi di intrattenimento culturale. Da tempo VIDEO66 trasmette in Streaming in contemporanea alla frequenza che dovrà cedere al Mise che consegnerà a sua volta a «Rai Way», come anzidetto, nuovo operatore di rete regionale, il cui affitto per avere la Capacità trasmissiva risulta molto oneroso per le emittenti a diffusione regionale.
Non è escluso che il Mise possa decidere, nei prossimi mesi di assegnare una frequenza di Secondo livello su Catania e Siracusa per poter permettere alle 29 emittenti provinciali escluse di poter trasmettere sui propri territori.
Il dubbio nasce dal fatto che, dopo infiniti rimandi, il digitale terrestre incontra più difficoltà del previsto e che, alla fine, rischia di rivelarsi per quello che è: una tecnologia obsoleta, costosa, limitata.
La parte del leone sicuramente la stanno facendo i grandi network televisivi con l’aiuto dello Stato senza preoccuparsi della fine che faranno le altre piccole realtà locali che per decenni hanno appassionato e legato gli italiani al proprio territorio. Tutta la storia delle emittenti locali è contrassegnata da una mancanza di regole frutto dell’incapacità o del poco interesse da parte dello Stato ad intervenire nell’assetto delle imprese televisive.
L’informazione a mezzo televisivo si qualifica quale servizio pubblico essenziale, caratterizzato da preminente interesse generale, appare agli esponenti palesemente violato il diritto all’informazione, consacrato nell’art. 21 Costituzione, nonché alla formazione culturale dei cittadini, potendosi dunque ipotizzare il delitto di interruzione di pubblico servizio.
L’emittente Comunitaria VIDEO66 è stata è sempre sarà al servizio dei Siracusani e della provincia, in sinergia con il quotidiano LIBERTA’ SICILIA, con la credibilità che l’ha sempre contraddistinta senza discriminazione sociale e nella libertà di stampa.
Commenti recenti