Agcom approva Piano DAB. Ora che succederà? Il rischio delle lancette

Fonte: https://www.newslinet.com/agcom-approva-piano-dab-ora-che-succedera-il-rischio-delle-lancette/

 

Agcom ha rispettato gli impegni e, come avevamo anticipato, ha approvato il 27/07/2022 il Piano per l’assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale (cd. Piano DAB). Il risultato, poste le premesse (mancata definizione del coordinamento internazionale delle frequenze sull’area adriatica), grazie ad un attento lavoro dell’Autorità, per fortuna, supera le cupe previsioni iniziali. Così, pur permanendo una scarsità di risorse per le radio locali, con alcuni accorgimenti, l’elaborato pianificatorio dovrebbe consentire di traghettare l’esistente e integrare l’offerta in vaste aree del territorio italiano. Ora che l’Ente di garanzia nelle tlc ha compiuto la sua parte, si profila però un’altra imminente (ed essenziale) necessità. Per non vanificare il lavoro fin qui svolto.

 

Piano DAB

Come noto, al Piano di assegnazione delle frequenze segue… l’assegnazione. Ferma restando la necessità di adeguare la superata delibera 664/09/CONS da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il Ministero dello sviluppo economico dovrà redigere e pubblicare i testi dei bandi che consentiranno ai consorzi di partecipare alle procedure di assegnazione dei diritti d’uso.

 

Consultazioni pubbliche

Presumibile che prima saranno pubblicate delle consultazioni pubbliche, come accaduto con l’attribuzione delle frequenze del digitale televisivo terrestre, a cui quelle per l’esecuzione del Piano DAB si uniformeranno.

 

Beauty contest

Il modello sarà quello del beauty contest, tenuto conto che in tante aree tecniche i consorzi saranno più delle frequenze disponibili e quindi non tutte le richieste riceveranno soddisfazione. La competizione verterà in gran parte sul rispetto dei vincoli di servizio (pdv), dove in molti operatori (anche nazionali) sono caduti in occasione dell’attribuzione dei diritti d’uso tv.

 

Occhio al condominio

Ma anche sui requisiti dei soci dei consorzi, che determineranno il punteggio dell’ente aggregativo e che in molti sono convinti creeranno non pochi problemi.

 

Il problema

E’ chiaro che una complessa procedura di questo tipo non si esaurirà in pochi mesi. Assumendo a riferimento la fase specifica del refarming tv (cioè quella di attribuzione dei diritti d’uso), difficilmente si concluderà prima di un anno.

 

Offerta digitale integrata

Tuttavia, dopo lustri di incertezza, le emittenti locali nell’ultimo anno hanno finalmente avuto uno sbocco consistente sul DAB, anche se non in maniera uniforme sul territorio nazionale. Ciò ha condotto ad una forte integrazione dell’offerta (precedentemente relegata a fornitori di contenuti nazionali), risultata gradita all’utenza e che ha favorito l’affermazione del modello digitale via etere.

 

Radio locali in sicurezza (sul DAB)

E’ quindi assolutamente necessario evitare che le autorizzazioni sperimentali concesse ai consorzi locali perdano d’efficacia nelle more delle procedure di attribuzione dei diritti d’uso definitivi, con la conseguente vanificazione dei progressi fin qui maturati.

 

Provvedimento di estensione della validità dei titoli sperimentali

Occorre quindi intervenire senza alcun indugio – e con determinazione – affinché un deleterio scenario di questo tipo non si verifichi. Le emittenti locali devono, da subito, adoperarsi affinché la decorrenza dei termini della sperimentazione non porti le lancette dell’evoluzione digitale radiofonica indietro di due anni. E sia loro ben chiaro che saranno sole in questa nuova battaglia, perché gli interessi delle nazionali (già stabilizzate sul DAB) sul punto non sono convergenti.

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DTT. 30/06/2022 fine del refarming tv. No: all’appello mancano ancora alcune procedure relative a FSMA locali e alla rete nazionale n. 12

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-30-06-2022-fine-del-refarming-tv-no-allappello-mancano-ancora-alcune-procedure-relative-a-fsma-locali-e-alla-rete-nazionale-n-12/

 

Nuove procedure per FSMA locali e definizione (non facile) delle modalità di attribuzione della rete nazionale n. 12 (che, curiosamente, anche nella simbologia dei numeri è indice di completezza).
Il 30/06/2022 si è concluso il refarming tv. O almeno così avrebbe dovuto essere, perché, se è vero che la banda 700 MHz è completamente libera da segnali tv e la maggioranza della banda VHF è stata liberata dagli utilizzi televisivi, così da poterla destinare (in gran parte) alla radiofonia digitale, la cui pubblicazione della pianificazione da parte di Agcom è attesa per domani (forse con qualche novità relativamente al canale 7), all’appello manca ancora il compimento di alcuni passaggi.

 

FAQ per FSMA che vogliono accedere alle nuove reti di 2° livello

Uno di questi passaggi dovrebbe definirsi entro la fine della settimana ed attiene alle modalità di popolamento dei nuovi mux di 2° livello assentiti a seguito degli ultimi bandi. Il Ministero, attraverso una serie di FAQ, dovrebbe infatti chiarire l’accesso alla capacità trasmissiva, in particolare a riguardo della evidenza pubblica o meno della procedura (sedute pubbliche o negoziazioni libere?).

 

12: simbolo di completezza

Il secondo noto riguarda invece la procedura di attribuzione del diritto d’uso della rete nazionale n. 12 (casualità vuole che nella simbologia il n. 12 sia indice di completezza), dopo che i due partecipanti predefiniti (Retecapri e Europa 7) non l’hanno ottenuto (sotto forma di diritto d’uso specifico e generico).

 

La nuova procedura Agcom

Come noto, la palla è ora in mano ad Agcom che, a mente dell’art. 10 c. 4 della Delibera n. 65/22/CONS, “Nel caso la procedura (…) vada deserta oppure non venga aggiudicata per qualunque motivo (…) si riserva di definire una successiva procedura di assegnazione del lotto di gara, alla luce dell’assetto e dello sviluppo di mercato che si sarà determinato”.

 

Decide il mercato

Cosa si intende per “assetto e sviluppo di mercato che si sarà determinato”?
Una spiegazione è possibile rinvenirla dalle valutazioni espresse da Agcom in esito alla consultazione pubblica indetta ex Del. 407/21/CONS, dalle quali si desume che la finalità dell’ulteriore intervento dell’Autorità è finalizzato a “non lasciare inutilizzata un’importante risorsa scarsa” attraverso una “modalità alternativa per la messa in esercizio della rete n.12 in caso di eventuale assenza di partecipanti alla procedura o di mancata aggiudicazione della rete ad alcuno dei soggetti cui la stessa è riservata”.

 

Diritti ed interessi

In tale occasione, Agcom, “dopo aver verificato l’interesse di mercato per le risorse disponibili alla luce dell’assetto esistente”, potrà “considerare una diversa e apposita procedura di assegnazione”. Secondo alcuni osservatori, il generico impegno dovrebbe consistere nell’apertura ad operatori diversi dal mancato assegnatario del diritto d’uso specifico, anche se non è chiaro come potrebbero essere soddisfatti il diritto soggettivo e l’interesse legittimo dei due partecipanti, che certamente non potrebbero esserne privati (non essendo stato previsto un indennizzo).

 

Tempus…

Quel che è certo, è che con ogni probabilità la relativa procedura, ammesso che non sia preceduta da una ulteriore consultazione pubblica che inevitabilmente ne allungherebbe i termini, difficilmente troverà una conclusione prima di fine 2022.

 

…atque capacĭtas, fugit

Con tutti i disagi conseguenti per un settore che sta pesantemente soffrendo l’indisponibilità di capacità trasmissiva conseguenza alla diminuzione del numero dei mux non compensata dal previsto passaggio alla modulazione T2.

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Radio. Eduardo Montefusco (RDS): se Italia svendesse FM avremmo ottimo accordo adriatico, ma senza più Radio. DAB subito senza compromessi

Fonte: https://www.newslinet.com/radio-eduardo-montefusco-rds-se-italia-svendesse-fm-avremmo-ottimo-accordo-adriatico-ma-senza-piu-radio-dab-subito-senza-compromessi/

 

Eduardo Montefusco (RDS): se l’Italia svendesse frequenze FM – in uso da quasi cinquanta anni – ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio. Non c’è altro tempo.
Se esistessero pressioni sull’Autorità per ritardare ulteriormente l’emanazione del Piano, sarebbe molto grave. Il coordinamento delle frequenze FM non era e non può essere oggetto di negoziato a quel tavolo. Chi vuole unire indissolubilmente questi due importanti aspetti compie un grave errore. Il Piano Ginevra 84 per le frequenze FM non è mai stato ratificato, era sbagliato e inapplicabile. Lo ha detto a suo tempo il governo e lo abbiamo ripetuto per decenni.
Qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico, che com’è noto, non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti. Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili.
Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale del TUSMAR ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno.

 

Il punto di vista di Eduardo Montefusco (RDS)

Dopo quello di Paolo Salvaderi (Radiomediaset), ospitiamo un altro intervento di spessore sulle vicende che in questi giorni (come 12 mesi fa) hanno elevato le tensioni nella radiofonia.
NL ha infatto raccolto un’intervista con il presidente della rete nazionale RDS Eduardo Montefusco sull’argomento incandescente delle misure limitative verso le emissioni FM sull’area adriatica che potrebbero essere assunte dal Ministero dello sviluppo economico in coincidenza con la pubblicazione del Piano DAB da parte di Agcom.

 

Il tempo delle attese è finito. La Radio merita di entrare nel digitale terrestre

(NL) – Si parla in queste ore di resistenze verso l’atteso Piano DAB…

(Eduardo Montefusco) – Il tempo delle attese, delle riflessioni è finito. La Radio merita finalmente di entrare a pieno titolo nel digitale. Ovviamente quello terrestre. Abbiamo dovuto attendere per oltre venti anni che si liberasse la banda VHF, usata senza limiti dai servizi televisivi ed in particolare dalla Rai, per poter disporre del piano nazionale delle frequenze per il servizio DAB. Attendiamo fiduciosi la delibera dell’Agcom. Nella consultazione abbiamo avuto modo di verificare, approfondire i contenuti del piano che ha ricevuto la nostra approvazione.

 

Se l’Italia svendesse le frequenze FM in uso da quasi cinquanta anni ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio

Si può fare sempre meglio, ma in questo momento e nella circostanza in cui ci troviamo la proposta presentata è la migliore possibile. Del resto il famoso tavolo adriatico è in stallo da oltre un anno e non vediamo alcun segnale positivo all’orizzonte. Se l’Italia svendesse le frequenze FM in uso da quasi cinquanta anni ai paesi ex Jugoslavia, allora avremmo immediatamente un ottimo accordo, ma non avremmo più la Radio. Quindi ripeto non c’è altro tempo. Se, come avete pubblicato, esistessero pressioni sull’Autorità per ritardare ulteriormente l’emanazione del Piano, sarebbe molto grave. Agcom è totalmente indipendente, non posso credere che accetterebbe mai interferenze.

 

Plauso ad Agcom

(NL) – Sembra che Agcom abbia tirato fuori il coniglio dal cappello: un Piano DAB che potrebbe soddisfare tutti. Anche sull’adriatico, dove l’assenza di un accordo sembrava bloccare tutto.

(Eduardo Montefusco) – Abbiamo totale fiducia nell’azione di Agcom. In questo frangente ha dimostrato grande sensibilità verso il settore radiofonico, ha operato con totale trasparenza e con elevatissima professionalità tecnica, superando ostacoli che per altri sembravano insormontabili.

 

Piano temporaneo ma soddisfacente

Il Piano è stato definito “temporaneo” per evidenti motivi in relazione ai futuri eventuali accordi con i paesi adriatici. In ogni caso, per quanto abbiamo appreso, è un piano che può soddisfare tutte le esigenze e dare piena stabilità al settore sviluppando definitivamente il DAB. Dobbiamo ringraziare l’Autorità per aver avuto la forza e l’indipendenza necessaria per assolvere a questo obbligo.

 

Pretese estere inaccettabili

(NL) – Ciò significa che non siamo più sotto scacco dei paesi esteri che pretendevano il sacrificio della nostra FM?

(Eduardo Montefusco) – Certamente. Del resto dopo oltre tre anni di trattative per le frequenze VHF non c’erano più le condizioni. Le pretese di alcuni paesi erano e sono inaccettabili per l’Italia. Se qualcuno pensa diversamente significa che non ha compreso il valore e il servizio – ricordiamo servizio pubblico – che svolge la Radio pubblica e privata del nostro paese.

 

Il coordinamento delle frequenze FM non era e non può essere oggetto di negoziato a quel tavolo

Chi vuole unire indissolubilmente questi due importanti aspetti compie un grave errore. Direi non comprende la nostra storia e la nostra realtà. Il Piano Ginevra 84 per le frequenze FM non è mai stato ratificato, era sbagliato e inapplicabile. Lo ha detto a suo tempo il governo, lo abbiamo ripetuto per decenni. Con piena acquiescenza di tutti i governi e istituzioni che hanno operato nelle comunicazioni in questi lunghi quaranta anni.

 

Chirurgia FM o ricostruzione integrale?

(NL) – Nel TUSMAR ci sono però chiari riferimenti alle problematiche interferenziali FM. Come sarà gestita la questione? Interventi mirati o Piano FM?

(Eduardo Montefusco) – Non c’è al momento una risposta. Il nuovo TUSMAR a fatica ha trovato nel testo finale un compromesso con un specifica gradualità di iniziative. Un percorso lungo e difficile legato all’evoluzione del mercato della radio DAB. Non si possono stravolgere i tempi e le regole.

 

Qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico che com’è noto non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti

Posso solo ricordare che qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato radiofonico che com’è noto non vive una stagione d’oro. Salterebbero centinaia di aziende. Se è questo ciò che si vuole lo si dica senza infingimenti.

 

Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili

(NL) – Dall’altra parte dell’Adriatico ci accusano di avere troppi impianti FM…

(Eduardo Montefusco) – Per formulare accuse servono prove e non solo enunciazioni. Anche noi lamentiamo interferenze e l’utilizzo improprio di potenze e impianti inutili. Lo ripeto: il Piano Ginevra 84 non è applicabile, oltretutto è frutto di un’altra epoca politica e geografica.

 

Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale del TUSMAR ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno

(NL) – Quindi che si fa? Si lascia tutto così com’è?

(Eduardo Montefusco) – L’articolo 50 del TUSMAR è chiaro. Posso capire che a qualcuno non è piaciuta la versione finale ed avrebbe preferito la prima versione che poteva spazzar via la radio italiana senza rendere conto a nessuno. Adesso è in vigore il testo approvato e quello va osservato da parte di tutti, anche nostra ovviamente. Non ci sono scorciatoie. La sequenza degli adempimenti è chiara e va rispettata a partire dall’immediata approvazione del piano DAB. Poi seguiremo ogni evoluzione sicuri della vigilanza di Agcom.

 

Sono un sostenitore del DAB da alcuni decenni, ben prima di chi oggi propone lo switch off

(NL) – Se poi è vero che nel 2025 il DAB avrà superato la FM, forse del Piano FM non vi sarebbe nemmeno più bisogno?

(Eduardo Montefusco) – Voglio essere diretto e chiaro. Sono un sostenitore del DAB da alcuni decenni, ben prima di chi oggi propone lo switch off. Il DAB si sta sviluppando con grande successo. E’ una tecnologia meravigliosa che poteva trovare ancora più spazio se fosse stata pianificata secondo le disposizioni della lontana legge del 2001. Si ho detto bene del 2001. Oggi l’estensione dei servizi è inarrestabile anche se legato al mercato dell’auto. Tutti noi sappiano della sua fase critica.

 

Parlare di date e di superamenti è un gioco di simulazione poco reale, direi fuorviante

Per rispondere alla domanda, vedremo quando sarà quel giorno, lavoriamo intensamente. Intanto siamo soddisfatti dei risultati raggiunti sia per la copertura sia per la diffusione dei ricevitori che hanno superato i dieci milioni di esemplari.

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Aggiunto Canale8 sul mux RAI WAY Sicilia 2 con LCN 184 e trasmette TeleJato .

Da oggi Venerdì 22 Luglio 2022 dalle ore 11:42 è attivo sul Mux RAI WAY Sicilia 2 LCN 184 “Canale8” che trasmette TeleJato, emittente regionale di televisione comunitaria, di proprietà dell’ “Associazione culturale Marconi“, con sede a Partinico, nota soprattutto per per la gestione del proprietario giornalista gagliardo per la lotta alla Mafia Pino Maniaci. l’emittente che dopo il passaggio al nuovo DVB-T2 non aveva trovato una propria collocazione grazie al crowdfunding è riuscita a riavere un canale in proprio.

(Zapping sul canale Youtube “Le TV Locali a Palermo” Cliccando QUI)

Firmato nuovo addendum fra Italia e Malta per la banda VHF il 20 Luglio

Traduzione in italiano del seguente documento inglese https://atc.mise.gov.it/images/Addendum_2.pdf:

 

Addendum 2 dell’Accordo di Coordinamento delle Frequenze tra le amministrazioni di Malta ed Italia per l’uso dello spettro radio nella banda 174-230 MHz firmato l’11 ottobre 2019

 

  1. Considerando che:

         a) l’11 ottobre 2019, le Amministrazioni di Malta ed Italia hanno firmato un Accordo di coordinamento delle frequenze per l’uso dello spettro radio nella banda 174-230 MHz (“l’Accordo“),

        b) il 22 gennaio 2020, le Amministrazioni hanno firmato un addendum all’accordo che ha sostituito integralmente la distribuzione dei blocchi delle frequenze della trasmissione digitale terrestre da utilizzare nell’area Esclusiva (“Addendum 1”),

       c) l’articolo 2 dell’Accordo obbliga le Amministrazioni a collaborare per definire i criteri delle condizioni tecniche in relazione a qualsiasi blocco di frequenza condiviso e spettro radio aggiuntivo rispetto a quello descritto nell’Addendum 1.

 

   2. Le Amministrazioni accettano di usare i criteri tecnici descritti nell’Allegato 1 di questo Addendum per quanto riguarda l’utilizzo di qualsiasi blocco di frequenza condiviso all’interno della Zona Esclusiva come definito nell’Addendum 1 dell’Accordo.

 

  3. Il presente Addendum dev’essere letto ed interpretato come parte integrante dell’Accordo.

 

 4. Questo Addendum non modifica nessuno degli articoli presenti all’interno dell’Accordo.

 

 5. Questo Addendum descrive le frequenze radio che possono essere usate dalle Amministrazioni nelle loro rispettive zone esclusive per il DAB-T e il DTT nella banda 174-230 MHz.

 

Allegato 1 – Criteri tecnici per l’utilizzo dei blocchi di frequenza condivisi per la trasmissione in digitale terrestre nella zona esclusiva

 

  1. Soglia e somma dei valori di potenza:

La seguente soglia definisce il riferimento da tenere in considerazione nel processo di coordinamento delle Assegnazioni DAB e DVB-T, ad un’altezza di 10 m dal livello del suolo

Soglia max = 36,56 dBuV/m + 10 log (larghezza di banda / 1 MHz) + F. corr.

dove:

  • Larghezza di banda = 7 MHz per un canale della televisione digitale terrestre (DVB-T / DVB-T2)
  • Larghezza di banda = 1,75 MHz per un blocco di frequenza della radio digitale (DAB / DAB+)
  • corr = 30*log (F / 200 MHz)
  • F = frequenza centrale del canale televisivo o blocco di frequenza radio in MHz

 

Il metodo utilizzato per calcolare l’interferenza cumulativa dovuta a molteplici sorgenti di segnale deve rispettare quanto descritto nel § 3.1 dell’Allegato 4, sezione II (“Campo calcoli”) dell’Accordo GE06.

 

     B. Modelli di previsione della propagazione

La raccomandazione ITU-R 1546 dovrebbe essere utilizzata per calcolare i valori di soglia e somma di potenza indicati nel paragrafo “A” precedente. Per questo, dovrebbe essere usata una variabilità di localizzazione del 50% e una variabilità temporale dell’1%. La risoluzione di qualsiasi modello del digitale terrestre utilizzato a tal proposito sarà di 100 metri.

Nel caso in cui:

  1. i valori calcolati della soglia e della somma di potenza ottenuti dalle Amministrazioni risultano differenti, o
  2. i livelli di emissioni attive in DTT e DAB misurati nei punti di prova e descritti nell’allegato 2 superano la soglia massima limite riportata nel precedente comma A,

le Amministrazioni si impegnano a trovare una specifica soluzione con l’obiettivo di rispettare il limite della soglia massima.

 

Allegato 2 – Elenco dei punti di prova

Allegato 2 dell’Addendum 2

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