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WRC-23: si allarga il fronte di chi ritiene necessario sostenere il mantenimento dello statuto primario per l’impiego della banda UHF da parte del broadcast. Anche l’ATU si dice favorevole a tale scelta

Fonte: www.aeranticorallo.it/wrc-23-si-allarga-il-fronte-di-chi-ritiene-necessario-sostenere-il-mantenimento-dello-statuto-primario-per-limpiego-della-banda-uhf-da-parte-del-broadcast-anche-latu-si-dice-favore

 

Si avvicina la data d’inizio della WRC-23 (ITU World Radiocommunication Conference 2023) a Dubai, dal 20 novembre al 15 dicembre di quest’anno; nell’ambito del programma dei temi in discussione, è stato anche inserita, al punto 1.5 dell’ordine del giorno, l’ipotesi di un cambio di destinazione d’uso della cosiddetta “banda 600” (frequenze  UHF 470-694 MHz), attualmente utilizzata con statuto primario per la diffusione televisiva via etere terrestre.

Nel corso del suo quarto e ultimo incontro preparatorio per la WRC-23 ad agosto, anche l’Unione Africana delle Telecomunicazioni (ATU) ha concluso i lavori dichiarando di sostenere il metodo A1, ovvero “Nessun Cambiamento”, in merito alla “banda 600”. 

La posizione dell’ATU si pone in linea con quella già dichiarata dall’EBU (Unione europea dei broadcaster).

 

Aeranti-Corallo nell’occasione ribadisce la necessità che l’Italia sostenga con forza la posizione del “no change” (cioè il mantenimento dell’uso esclusivo di tale porzione di spettro per il broadcast televisivo), rigettando la richiesta da parte di talune rappresentanze di operatori telco che hanno ripetutamente chiesto che tale porzione di spettro sia trasferito ai servizi mobili a banda larga.

L’avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Esclusivamente attraverso un pieno mantenimento dell’uso della banda UHF 470-694 MHz per il broadcasting si può assicurare una completa tutela dei servizi radiotelevisivi terrestri, importantissima fonte di informazione ed intrattenimento gratuita per ampie fasce di popolazione”.

“I servizi mobili delle telco – ha concluso Rossignoli – utilizzano già ampi spazi radioelettrici in UHF e sviluppando le infrastrutture degli impianti operanti su queste ultime bande sarà certamente possibile per le telco ottimizzare tali servizi, pur senza disporre di ulteriore capacità trasmissiva”.

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