Trapani, Antonini spegne Telesud

Fonte: www.tp24.it/2025/09/23/economia/trapani-antonini-spegne-telesud

 

Un altro capitolo della saga “antoniniana”: Telesud, la storica emittente trapanese, spegne il canale 87 del digitale terrestre e resta solo online.

Lo comunica direttamente Valerio Antonini, che della tv era diventato proprietario promettendo addirittura di farne un’emittente nazionale. Oggi invece annuncia che si vedrà solo su social, app e smart tv. Non proprio la stessa cosa.

Già a luglio la tv era rimasta inspiegabilmente spenta per alcuni giorni. Domenica l’editore ha spiegato in diretta social: «RaiWay ti ricatta, se non paghi 20 mila euro al mese ti spegne». In realtà RaiWay offre un servizio, e come tutti i servizi, va pagato. Non è un ricatto. «RaiWay te saluto», ha chiosato Antonini in romanesco.

E pensare che fino a qualche mese fa il patron assicurava: «Telesud diventerà una tv nazionale per portare in Italia l’immagine di una Sicilia che può fare». Ecco, l’immagine che si porta in Italia, in questo caso, è esattamente l’opposto.

Non sono mancati i retroscena polemici: Antonini ha, nel suo stile ormai tristemente noto, ricordato in diretta dei presunti rapporti fra l’ex editore Massimo Marino e il sindaco Tranchida, con i “contributi comunali” che prima c’erano e ora non ci sarebbero più (ma non si capisce a cosa si riferisca). Nel frattempo, la tv costa – dice Antonini – 650 mila euro l’anno. Un investimento pesante, che a suo dire non regge più. «Faccio i miei interessi», ha confessato senza giri di parole (e qui è sembrato, una volta tanto, sincero).

In un’altra diretta di qualche notte fa Antonini ha dato altri numeri sulle sue non floride attività locali. Dichiara il 16 Settembre (qui la trascrizione): “Dai conti correnti di Unicredit, Biper, Banca Intesa e Credem, la Trapani Calcio ha effettuato pagamenti per 2.173.480 euro. Stiamo parlando di giugno, luglio, agosto e metà settembre, quindi in tre mesi e mezzo abbiamo speso più di 2 milioni di euro. Entrate per la società: 743.820 euro, quindi una minusvalenza di 1.350.000 euro. La Trapani Shark ha effettuato bonifici dal primo giugno a oggi per 1.846.727 euro, a fronte di entrate per 1.394.580 euro, ossia una minusvalenza di quasi mezzo milione di euro: Tra le due attività siamo quasi a una perdita netta di 2 milioni in tre mesi e questo solo Trapani Shark e Trapani Calcio, poi sapete che io gestisco anche Telesud: dunque Telesud perde da giugno a settembre tra pagamenti e salari e tutto quello che riguarda Raiway, gestione complessiva, una cifra totale complessiva di 274.000 euro con introiti per 32.000 euro”.

Il passaggio al solo web non è neutrale: significa perdita della licenza televisiva locale e quindi rinuncia automatica ai contributi ministeriali che per anni hanno rappresentato ossigeno per le emittenti siciliane. Per i dipendenti – giornalisti, tecnici, amministrativi – la partita si sposta ora sulla riorganizzazione interna.

Ma soprattutto, a spegnersi è la “prominence”: quella comodità di pigiare il tasto 87 del telecomando e trovarsi lì, senza bisogno di download o app. Una visibilità universale che per decenni ha garantito l’accesso all’informazione locale anche a chi non smanetta con lo smartphone.

A proposito di app, Antonini cita dati non verificati: 1.700 download dell’app, di cui 800 fuori dalla Sicilia, dice. In pratica, una tv locale che viene guardata soprattutto da chi locale non è…

Intanto, Massimo Marino, l’ex proprietario, tace. Aspetta l’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio – prevista mercoledì, con perdite pesanti – per fare le sue valutazioni e dichiarazioni.

E così, quella che veniva celebrata come la “nuova era” di Telesud finisce in un mesto addio al digitale terrestre. Si è passati dall’annuncio dei grandi programmi sportivi con giornalisti griffati, al programma “di inchieste” di Rino Giacalone, mai andato in onda, ai film del sabato sera, fino alla triste trasformazione di una realtà editoriale che aveva un suo valore e un ruolo importante nel territorio, trasformata in megafono dell’ego di un presidente e del suo partito personale.

Caltanissetta, addio alla storica antenna Rai di Colle Sant’Anna

Fonte: www.tfnweb.it/caltanissetta-addio-alla-storica-antenna-rai-di-colle-santanna

 

Un pezzo di storia è venuto giù in pochi secondi. È stata ufficialmente demolita l’imponente antenna Rai di Colle Sant’Anna, simbolo del panorama nisseno e seconda torre Rai più alta d’Europa.

La struttura, che per decenni ha dominato il profilo della città con i suoi oltre 280 metri d’altezza, è stata abbattuta in sicurezza con una demolizione controllata che ha richiamato centinaia di cittadini. In molti, tra emozione e nostalgia, si sono radunati per assistere all’ultimo saluto a un’icona che ha segnato intere generazioni.

Tra applausi, sguardi commossi e telefonini puntati verso il cielo, l’antenna è collassata su sé stessa, scomparendo in una nuvola di polvere e ricordi.

Per molti nisseni, l’antenna non era soltanto un’infrastruttura: era parte dell’identità della città.

La demolizione apre una nuova fase per Colle Sant’Anna. L’area verrà bonificata e si discute già su cosa sorgerà al posto della storica torre. Tante le ipotesi.

Non mancano però le polemiche.

Quel che è certo è che a Caltanissetta è finita un’epoca.

 

DTT. Consultazione pubblica su Fase 2 post-Mux 12: Agcom chiede se si preferiscono poche nuove grandi reti o tante reti pluriprovinciali

Fonte: www.newslinet.com/dtt-consultazione-pubblica-su-fase-2-post-mux-12-agcom-chiede-se-si-preferiscono-poche-nuove-grandi-reti-o-tante-reti-pluriprovinciali

 

Dopo la pubblicazione della delibera 170/25/CONS, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni apre il confronto con gli stakeholder sulla Fase 2 post-Mux 12 per l’utilizzo delle frequenze UHF liberate dalla Rete nazionale 12 espunta dal Piano delle frequenze DTT.
Entro il 20/09/2025, emittenti, operatori e soggetti portatori di interessi diffusi potranno inviare osservazioni e manifestazioni d’interesse: si delineano nuove reti locali, areali o sub-areali, per rispondere alla crescente domanda di capacità trasmissiva.

 

Sintesi

Agcom ha avviato una consultazione pubblica (tecnicamente, una richiesta di informazioni nell’ambito del procedimento di cui alla delibera n. 170/25/CONS relativo alla pianificazione e assegnazione delle frequenze in banda UHF provenienti dalla ex Rete nazionale televisiva n. 12), avente scadenza 20/09/2025, per raccogliere osservazioni sull’uso delle frequenze UHF liberate dalla Rete nazionale 12, destinate a nuove reti locali.
L’Autorità invita FSMA e operatori a segnalare fabbisogni trasmissivi, territori sotto-serviti e a proporre configurazioni tecniche (reti di primo o secondo livello), oltre a suggerire criteri di assegnazione.
Le frequenze disponibili, tra cui il canale 28, sono distribuite in modo disomogeneo. Obiettivo: pianificare in modo efficiente e sostenibile la nuova architettura del DTT locale.

 

La Fase 2 post-Mux 12

Dopo aver formalizzato la soppressione della Rete nazionale televisiva n. 12 con la delibera 145/25/CONS e stabilito nella delibera 170/25/CONS la destinazione delle frequenze residue alla televisione locale, l’Agcom ha diffuso – in data odierna – un avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni di interesse e osservazioni preliminari finalizzate alla ridefinizione della pianificazione del digitale terrestre locale.

 

Passaggio operativo fondamentale

Si tratta di un passaggio operativo fondamentale, che coinvolge direttamente Fornitori di Servizi di Media Audiovisivi (FSMA), operatori di rete locali, associazioni e stakeholder, chiamati a contribuire attivamente alla costruzione della nuova mappa delle reti TV locali.

 

In cosa consiste la Fase 2 post-Mux 12

L’obiettivo dell’Autorità è raccogliere indicazioni concrete sulle necessità territoriali e sulle priorità di pianificazione per utilizzare in modo efficiente i canali UHF resisi disponibili dalla dismissione del Mux 12, a partire dalla banda 470-694 MHz.

 

Analisi preliminare

L’analisi preliminare, che precede la modifica formale del PNAF-DVB, mira non solo a individuare la disponibilità effettiva delle frequenze, ma anche a disegnare nuove reti locali, calibrate sulla base delle esigenze di copertura, delle vocazioni geografiche e della sostenibilità tecnica ed economica.

 

Un invito alla co-progettazione: la finestra consultiva aperta fino al 20/09/2025

Le osservazioni dovranno essere inviate entro il 20/09/2025, esclusivamente via PEC all’indirizzo agcom@cert.agcom.it, riportando nell’oggetto la dicitura: “Analisi preliminare per la ridestinazione delle frequenze UHF della Rete nazionale n. 12”. Le comunicazioni potranno contenere: analisi di fabbisogno trasmissivo su base regionale, sub-regionale o locale; proposte di configurazione di reti locali (primo o secondo livello); osservazioni tecniche su frequenze, coperture, compatibilità; indicazioni e proposte di criteri di assegnazione (anche alternativi a quelli oggi previsti); indicazioni su territori critici o sotto-serviti. I contributi saranno valutati ai fini della pianificazione finale e potranno essere resi pubblici sul sito dell’Agcom, salvo richiesta motivata di riservatezza.

 

Le frequenze disponibili: una risorsa tecnica disomogenea ma strategica

L’Autorità in sede di consultazione pubblica della Fase 2 post-Mux 12 ha messo a disposizione un allegato tecnico all’avviso contenente l’elenco dei canali UHF attualmente liberi, con indicazione delle regioni e delle province di riferimento.

 

Il canale 28 in gran parte delle regioni (ma non in tutte le province)

Tra questi, si segnalano frequenze come il canale 28 in Piemonte (ma solo nelle province di Alessandria, Biella, Novara, Verbania-Cusio-Ossola, Vercelli), Lombardia (tutte le province esclusa Mantova), Veneto (solo provincia di Belluno), Emilia Romagna (solo province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia), Toscana (solo le province di Arezzo, Firenze, Pistoia, Prato, Siena), Umbria (tutte le province), Lazio (solo province di Frosinone e Rieti), Abruzzo (solo provincia L’Aquila), Molise (solo provincia Isernia), Campania (tutta la regione), Basilicata (solo provincia di Potenza), Calabria (solo provincia di Vibo Valentia).

 

Le altre risorse

Completano la provvista i canali 27 e 31 in Sardegna (rispettivamente per le province di Nuoro, Ogliasta, Oristano, Olbia-Tempio, Sassari e Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano), 29 in Sicilia (intera regione), 32 in Trentino Alto Adige (intera regione), 35 in Piemonte (ma solo per Torino, Asti Cuneo) e lo stesso canale per la Valle d’Aosta.

 

Reti locali: primo o secondo livello?

Secondo Agcom, “le risorse sopra elencate, come indicato nella delibera n. 170/25/CONS, appaiono idonee a essere pianificate, in prima istanza, per costituire reti locali. In linea con il criterio della pianificazione gerarchica adottato per la delibera n. 39/19/CONS (a seguito delle disposizioni introdotte dalle leggi di bilancio 2018 e 2019, poi trasposte nel TUSMA), e fermi restando numero e configurazione delle aree tecniche definiti nella stessa delibera, le reti locali potranno in generale essere di primo livello (cioè, corrispondenti a un’area tecnica già definita, con vincolo di copertura radioelettrica superiore al 90% della popolazione in ciascuna area tecnica), oppure di secondo livello (a estensione pluri-provinciale o provinciale con copertura di popolazione non vincolata e in generale inferiore al 90%).

 

Il canale 28

Nell’analisi delle risorse sopra indicate, in particolare del canale 28 come rappresentato nella immagine d’apertura, Agcom sottolinea come, in generale, “non è possibile pianificare il medesimo canale in aree adiacenti in quanto, come noto, il riuso di una stessa frequenza da parte di reti differenti può avvenire, per ragioni di compatibilità elettromagnetica, solo a idonee distanze. Ciò premesso, un primo elemento di informazione che è richiesto nella presente analisi preliminare è quindi relativo alla struttura delle nuove reti che si andrebbero a pianificare con le risorse in oggetto, e, in particolare, alla questione se, nell’attuale struttura di mercato, occorra prevedere un maggior numero di reti di secondo livello, a livello provinciale (livello minimo di pianificazione) o pluri-provinciale, volto a intercettare un’eventuale domanda locale di capacità non attualmente soddisfatta dalle reti esistenti, anche non prevedendo eventualmente la pianificazione di tutte le risorse”.

 

Si richiedono idee

Sul punto, l’Autorità richiama l’attenzione sul fatto che sia “naturalmente possibile prevedere soluzioni differenziate a seconda dell’area geografica”, sicché i partecipanti sono invitati “a produrre elementi relativi a motivate e documentate necessità di nuove reti o comunque capacità che l’attuale struttura di mercato non appare fornire, evidenziando l’area geografica di interesse, e illustrando concreti esempi della pianificazione che si dovrebbe realizzare”.

 

Progettualità

Oltre al tema che attiene alla pianificazione delle frequenze, l’Autorità, come indicato sempre nella delibera n. 170/25/CONS, dovrà anche eventualmente predisporre una disciplina per l’assegnazione delle nuove reti pianificate.

 

Criteri

Alla luce delle reti che saranno eventualmente pianificate, occorrerà quindi definire, oltre ai requisiti e agli obblighi degli assegnatari, che dovranno presumibilmente essere in linea con quelli già utilizzati nelle precedenti gare nei bandi del Ministero, anche i criteri per l’eventuale assegnazione delle nuove reti, che si ricorda dovrà avvenire nei confronti di soggetti qualificati come operatori di rete.

 

I contributi richiesti

Spiega Agcom nel documento che accompagna la consultazione pubblica: “Naturalmente, come sopra per la pianificazione, le soluzioni prospettate potrebbero essere presenti in maniera differenziata sulle varie aree del territorio nazionale. Si invitano, pertanto, i rispondenti a far pervenire anche informazioni circa i possibili criteri e requisiti di assegnazione delle nuove reti che si propone di pianificare.

 

I tre punti

Le proposte in merito al tema in oggetto potranno essere quindi strutturate in modo da contenere in maniera puntuale e con il livello di dettaglio sopra richiamato: a) osservazioni e proposte di carattere generale; b) osservazioni e proposte specifiche concernenti la pianificazione delle risorse disponibili; c) osservazioni e proposte specifiche concernenti la disciplina per l’assegnazione delle eventuali nuove reti pianificate”, conclude Agcom.

 

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