Comunicato RAI 3 TGR SICILIA per continuare a ricevere dall’8 marzo 2022 la programmazione regionale

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Dall’8 Marzo in Sicilia, Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai News 24 e la programmazione regionale (TGR) si riceveranno con un nuovo formato e successivamente su nuove frequenze.

Sarà necessario risintonizzare i televisori e i decoder.

Durante la risintonizzazione potrebbe essere richiesto di scegliere la programmazione regionale tra Sicilia, Calabria e Basilicata.

La programmazione regionale della Sicilia sarà comunque sempre visibile al canale 823. Per maggiori dettagli consultate il sito rai.it o nuovatvdigitale.mise.gov.it

DTT. Definizione contratti capacità trasmissiva nelle Marche, Calabria, Puglia e Basilicata. Diversi FSMA rinunciano alla banda e chiudono

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-definizione-contratti-capacita-trasmissiva-nelle-marche-calabria-puglia-e-basilicata-diversi-fsma-rinunciano-alla-banda-e-chiudono/

 

Come prevedibile, l’iniziativa della Regione Marche di tentare di calmierare i prezzi della capacità trasmissiva è fallita: nessuna concessione sui contratti dai network provider è stata avanzata.
I fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) dell’AT 11, nel corso della seduta pubblica indetta l’altro ieri per cercare l’accordo oltre il termine ordinario (30 giorni dalla conclusione della seduta pubblica per la definizione dei cd. “utilmente collocati”) attraverso la negoziazione assistita del Ministero dello sviluppo economico, hanno dovuto prendere atto della situazione.

 

5 giorni

E, conseguentemente, decidere entro i 5 giorni assegnati se accettare le condizioni proposte dagli operatori di rete, definendo i contratti. Oppure rinunciare alla prenotazione di banda e quindi chiudere baracca e burattini.

 

Contratti nelle altre aree tecniche

Stessa situazione nelle altre aree tecniche, quali Puglia e Basilicata (At 15, seduta pubblica tenutasi ieri) e Calabria (AT 16, seduta pubblica conclusasi lunedì) e presumibilmente in Abruzzo e Molise (AT 13, seduta pubblica prevista per domani) e Sicilia (AT 17, seduta pubblica in data odierna).

 

Scorrimento

In tutte le aree tecniche diverse sono state le rinunce alla definizione dei contratti che quindi comporteranno la mancata attribuzione di LCN in esito ai bandi agli originariamente utilmente collocati e un eventuale scorrimento delle graduatorie.

 

Aree critiche

Rimangono intanto altamente critiche le situazioni in Piemonte, Trentino Alto Adige ed in prospettiva in Veneto ed Emilia Romagna relativamente agli effetti tecnici degli switch-off in corso.

 

Il Veneto e il Milleproroghe

A riguardo del caso specifico del Veneto, si guarda con attenzione alla concreta attuazione della norma che sarà inserita nella conversione in legge del decreto Milleproroghe che dovrebbe consentire deroghe all’applicazione dei pdv interni per consentire migliore performance alla rete di primo livello UHF 42 dell’operatore di rete Raiway, assegnatario dell’unico diritto d’uso regionale. Norma sulla cui concreta utilità molti operatori hanno tuttavia mostrato scetticismo.

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DTT. Cosa comporterà l’emendamento al Milleproroghe sulle reti di 1° livello del digitale televisivo terrestre?

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-cosa-comportera-lemendamento-al-milleproroghe-sulle-reti-di-1-livello-del-digitale-televisivo-terrestre/

 

La Camera esaminerà oggi il testo della conversione in legge del D.L. 228/2021 (cd. Milleproroghe), recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, che dovrà essere approvato in maniera definitiva entro il 28/02/2022.
Come noto, tra i tanti emendamenti, uno potrebbe essere particolarmente importante per il settore televisivo locale.

 

Il comma 11-quater del Milleproroghe

Parliamo dell’articolo 1, che al comma 11-quater prevede che “Nelle more della piena applicazione della tecnologia DVBT2, al fine di prendere in esame le problematiche di maggiore impatto sul territorio italiano derivanti dalla liberazione della banda 700 MHz, è istituito presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico permanente, al quale possono partecipare i soggetti coinvolti nel refarming delle frequenze, nonché i soggetti istituzionali competenti. Ai componenti del tavolo non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati. Fermi restando il termine improrogabile del 30 giugno 2022 per la liberazione della banda 700 MHz e i vincoli di coordinamento internazionale, nel caso di particolari criticità tecniche per le reti locali di primo livello, con decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in casi eccezionali possono essere individuate modalità alternative di applicazione”.

 

La norma spacchettata

Per meglio comprendere la ratio dell’emendamento al Milleproroghe, proviamo a spacchettare la norma, che, con ogni probabilità, non subirà modifiche ed il cui testo possiamo pertanto considerare definitivo.

 

Le premesse

Anzitutto, la necessità dell’intervento legislativo è da ricondurre alle “problematiche di maggiore impatto sul territorio italiano derivanti dalla liberazione della banda 700 MHz”, esclusivamente “nelle more della piena applicazione della tecnologia DVBT2″. Per l’individuazione di soluzioni a tali problemi si prevede l’istituzione “presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico permanente” (quindi stabile), al quale possono partecipare i soggetti coinvolti nel refarming delle frequenze (pertanto gli operatori di rete), nonché i soggetti istituzionali competenti (ergo, anche le Regioni).

 

I limiti di applicazione

I partecipanti al tavolo hanno margini di manovra ristretti, considerato “il termine improrogabile del 30 giugno 2022 per la liberazione della banda 700 MHz e i vincoli di coordinamento internazionale” (cioè i punti di verifica, pdv). Ragion per cui gli interventi potranno essere valutati “nel caso di particolari criticità tecniche per le reti locali di primo livello” (quindi teoricamente dovrebbero essere escluse le reti di 2° livello) ed adottate “modalità alternative di applicazione” attraverso “decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, limitatamente a “casi eccezionali”.

 

Esclusioni

Andando per esclusione, non sembra che nell’alveo della norma possano essere ricomprese nuove reti di 2° livello (ipotesi che infatti già avevamo definito come improbabile). Mentre, saranno certamente possibili interventi sulle reti (di 2° livello) esistenti, qualora correttivi su quelle di 1° livello dovessero impattarvi. Il caso tipico, infatti, è la necessità di “potenziare” una rete di 1° livello con effetti interferenziali su una rete di 2° livello.

 

Deroga pdv sono all’interno

Fuori discussione, poi, interventi che dovessero comportare il mancato rispetto dei pdv internazionali, ragion per cui eventuali accorgimenti dovranno riguardare solo le aree più interne.

 

Capacità trasmissiva immutata

Per come formulato, l’emendamento al Milleproroghe potrà, pertanto, al più riguardare l’aumento delle performance delle reti assentite, ma non certamente sopperire alla più volte lamentata scarsa disponibilità di reti di 2° livello, come nel caso del Veneto.

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“Ma poi la banda arrivò e allora tutto passò…”

Fonte: https://www.newslinet.com/ma-poi-la-banda-arrivo-e-allora-tutto-passo/

 

Chi pensava che le graduatorie dei fornitori di servizi di media audiovisivi utilmente collocati nelle varie aree tecniche rappresentassero una fotografia attendibile del quadro televisivo futuro, deve ricredersi. Al nord, dove è terminata anche la procedura di attribuzione LCN (che definisce la fase di refarming sulla carta, dopo la sottoscrizione dei contratti per la banda trasmissiva), sono già diversi gli avvicendamenti. Con un rilevante processo di trading di titoli FSMA in corso, a tutti i livelli. Al sud, invece, dove è attesa a breve la pubblicazione delle graduatorie LCN, potrebbero esserci molte rinunce alle prenotazioni di capacità trasmissiva avvenuta in seduta pubblica sia sui mux di primo, che di secondo livello.

 

Perché accade?

Presumibilmente per due motivi: decisioni avventate in sede di seduta pubblica, che, a un esame più razionale, hanno mostrato l’insostenibilità economico-finanziaria degli impegni; oppure mancata definizione di quei preaccordi di successione nella titolarità di cui parlavamo a proposito del nord Italia.

 

La banda costa

Il punto è che, soprattutto al sud, il costo di veicolazione sulle reti di 1° (ma anche di 2°) livello raramente non costituisce un problema per fornitori di servizi di media audiovisivi con finanze sempre più limitate e flussi dai rubinetti delle contribuzioni pubbliche, su cui a lungo hanno (troppo) confidato, che si stanno asciugando.

 

Come se ne esce?

Non certamente pretendendo, come ha fatto il presidente della Regione Marche, di scaricare il problema sui network provider, nell’improbabile tentativo di ottenere una forma di calmierazione di canoni noti da molti mesi. Casomai, a livello politico, si sarebbe dovuto intervenire a suo tempo, impedendo la previsione del limite inferiore di capacità trasmissiva di 1,5 Mbit/s e non elevando a 3 Mbit/s quello superiore. Ma, soprattutto, imponendo il passaggio definitivo in T2/HEVC, che, come aveva stimato Agcom, avrebbe consentito un passaggio meno sacrificato (per numero di FSMA e costi per la banda).

 

2 soluzioni

Ora ci sono solo due soluzioni, entrambe basate su un approccio tecnologico.

 

N.1

La prima: imporre il passaggio a T2/HEVC dal gennaio 2023, così liberando una notevole quota di capacità trasmissiva (considerato che 1 Mbit/s in HEVC sarebbe più che sufficiente per un contenuto SD). La quale potrà essere destinata agli esclusi o ai nuovi entranti.

 

N.2

La seconda: sfruttare le opportunità combinate di HBBTV (hybrid broadcast broadband tv), sviluppo della banda larga e LCN disponibili.

 

Barricate

La way out n. 1, tuttavia, certamente incontrerebbe, più che resistenze, l’elevazione di vere e proprie barricate da parte dei superplayer che ritengono il parco televisori HEVC non ancora sufficiente ad una migrazione verso tale formato. Opposizione, peraltro, non del tutto peregrina, almeno per un altro anno e mezzo.

 

Way out concreta

La seconda via di fuga potrebbe, invece, essere più immediata. Vediamo come.

 

Sella ferisce, sella guarisce

E’ appurato che (1) dopo la conclusione delle sedute pubbliche è certamente possibile richiedere nuovi titoli FSMA con relativi LCN e (2) che la fase di negoziazione assistita dal Mise per l’acquisizione di capacità trasmissiva è terminata ed eventuali nuovi accordi conseguono a normali trattative tra le parti. Che, per esempio, possono anche rinegoziare la capacità di banda consentendone il recupero a favori di terzi.

 

Connected tv

Assodato, inoltre, che, entro la fine del 2022, saranno 18 milioni i televisori smart effettivamente connessi (e oltre il doppio quelli connettibili), spinti dal refarming stesso che impone l’acquisto di nuovi tv (che sono praticamente tutti connected), con una crescita costante indotta anche dalla costante diffusione delle connessioni casalinghe ad alta velocità (per esigenze di smart working, DAD e di accesso ai servizi digitali della P.A.), la HBBTV non è certo più un modello di nicchia (considerato che quasi tutti i nuovi tv ne sono dotati).

 

User friendly

Il problema, semmai, è la semplicità d’utilizzo, considerato che non tutti gli utenti sono favorevoli a navigare nei menù attraverso i mouse dei telecomandi. In questo senso una soluzione decisamente interessante è quella costituita dal jump monocanale.

 

Jump!

Ne abbiamo parlato spesso su queste pagine: si tratta di un canale a bassissima qualità (e quindi ad occupazione di banda estremamente ridotta, anche di solo 0,1 MBit/s, coi costi conseguenti) identificato da un LCN ed associato ad una piattaforma HBBTV che rilancia, senza necessità di interazione da parte dell’utente (quindi senza necessità di pigiare il tasto rosso, per capirci), su IP dopo pochi secondi di latenza.

 

Procedura

Un esempio soccorrerà: l’utente dotato di una smart tv effettivamente connessa, sintonizzando, per esempio, il canale 617, non dovrà accedere attraverso il tasto rosso ad un menù dal quale scegliere, attraverso il mouse, il sottocanale preferito, ma vi sarà direttamente indirizzato, senza che il telespettatore abbia compreso il passaggio dall’etere a internet. Il fornitore di servizi di media audiovisivi sfrutterà quindi i vantaggi del DTT (facile identificazione del canale da parte dell’utente attraverso la formula one click) senza subirne i costi eccessivi per la banda (utilizzando solo il minimo indispensabile per sfruttare la tecnologia HBBTV).

 

Aggiornamento normativo

Il passo successivo, che però presuppone un intervento di aggiornamento legislativo o regolamentare, sarà quello di azzerare o quasi il consumo di banda attraverso la rimozione anche del segnale via etere di bassa qualità, che lascerà spazio ad un LCN associato ad uno schermo nero (quindi con assenza di capacità trasmissiva al di là di quella dell’applicazione HBBTV) che, come nel caso precedente, rimanderà in automatico ad un contenuto IP sui tv effettivamente connessi (quelli non connessi continueranno a vedere solo uno schermo nero).

 

Il futuro del DTT

Quest’ultima soluzione sarà – vedrete – il futuro del DTT: un gate semplificato per la IP Tv.

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TV LOCALI: richieste del CNRT per sostenere il settore


IL CNRT-TPD CHIEDE UN INTERVENTO AL
GOVERNO ORIENTATO SU PIÙ FRONTI PER
SOSTENERE IL COMPARTO
DELL’EMITTENZA TELEVISIVO LOCALE

1. MISURE DI SOSTEGNO: allentamento della morsa
burocratica che per taluni cavilli rischia di escludere molte
emittenti. Valutare le singole realtà per singole problematiche.
Aumentare ulteriormente i fondi e prevedere migliori e più ampie
agevolazioni sui costi di esercizio.
2. REFARMING: garantire il maggior supporto economico
possibile agli investimenti con forme mirate di finanziamento
agevolate e maggiori quote di indennizzo per il rilascio delle
frequenze. Rivedere all’occorrenza, ed il più possibile, eventuali scadenze imperative, mediante
consultazioni periodiche.
3. FISCO: basta con formule del tipo “rottamazione cartelle” e “pace fiscale” che siano solo limitati
provvedimenti non risolutivi. Occorre ancora una volta fare appello al condono fiscale tombale, come
più volte si è parlato, anche tra gli scanni del Parlamento.
4. PUBBLICITA’: rivedere la riforma del TUSMAR consentendo alle locali di poter aumentare la
propria quota di mercato, diminuendo contestualmente quella dei principali monopolisti.